Dissesto sì, dissesto no?, opinioni a confronto 375.0

by Pier Carlo Lava
Sulla questione del dissesto, deliberato dall’amministrazione comunale di Alessandria, se ne sta parlando da mesi: da un lato l’opposizione che afferma che si poteva evitare di prendere questa decisione e dall’altro la maggioranza che invece ritiene che non si poteva fare diversamente. Su questo punto, dato che si è trattato di un passaggio fondamentale, che ha dato il via a tutta una serie di problemi, per i cittadini, le famiglie, i lavoratori, i commercianti e le imprese, è ovvio che la polemica sia iniziata subito e stia ancora continuando, con comunicati, interviste e manifesti. Un botta e risposta continuo, quasi ossessivo, da entrambe le parti politiche, che distoglie l’attenzione e le forze delle stesse, da una difficile e complessa situazione e che certamente non fa bene alla città (come del resto purtroppo succede, per altri motivi, anche nella politica nazionale, per il paese).
Recentemente anche Susanna Camusso, segretario generale della CGIL, in visita ad Alessandria, si è espressa con toni forti, dichiarando che con la delibera del dissesto la città si è auto condannata e ovviamente la maggioranza ha risposto che è un affermazione sbagliata, che non tiene conto dei fatti, che la Camusso evidentemente non conosce e non aiuta di certo la città.
Sulla questione abbiamo contattato Mauro Traverso, ex componente della Segreteria CISL di Alessandria, questa la sua opinione in merito:

by Mauro Traverso: Dissesto sì, dissesto no? ecco come stanno le cose...
Il dibattito sui siti online d’informazione locale si è improvvisamente accentuato sulla questione dissesto e sue conseguenze. I commenti sono molti. In alcuni si chiede di avere possibilmente a disposizione informazioni libere ma corrette secondo le norme e i fatti circa il "Big Bang" della dichiarazione di dissesto. Era evitabile? Era ineludibile?
Offro alcune riflessioni, spero comprensibili, vista la materia, cercando di essere rigoroso nei richiami e nei fatti come pubblicamente si sono conosciuti all'epoca della dichiarazione di dissesto. Mi si perdoni una premessa necessaria per inquadrare la situazione esistente prima della dichiarazione di dissesto.
La Corte dei Conti - Sezione Controllo - di Torino, nel 2011 ha attivato un controllo sul comune di
Alessandria riguardante i bilanci 2010 (rendiconto) e 2011 (preventivo).
Riscontrato la presenza di problemi nei conti del comune, la Corte dei Conti emette una prima Delibera (n. 279 del 28/11/2011), esprimendosi così: "è emerso che la gestione finanziaria dell’Ente presenta numerose criticità che la Sezione ha ritenuto meritevoli di verifica", e assegna: "all’Amministrazione comunale di Alessandria il termine del 30 dicembre 2011 per adottare le misure correttive enunciate nella presente pronuncia ed ogni atto alle stesse consequenziale...".
Fatti i successivi controlli, ricevuta la documentazione richiesta, tenute audizioni con il Sindaco Fabbio, l'assessore Vandone e il ragioniere capo Ansaldi, ecc., la Corte emette una seconda Delibera (n. 12 del 17/02/2012) dove, dopo lunga e particolareggiata esposizione di fatti e dati, così si esprime: "accerta la sussistenza nella gestione finanziaria del Comune di Alessandria dei profili di criticità strutturale individuati nella motivazione della presente delibera e nella delibera n. 279 del 28 novembre 2011, tali da determinare squilibri strutturali del bilancio che possono provocarne il dissesto finanziario (stante) l’inadempimento da parte del Comune all’adozione delle misure correttive previste..". 
Inizia una prima procedura che coinvolge il Ministero, il Prefetto, ecc., ma non è ancora dissesto.
Nel frattempo si avvicinano le nuove elezioni amministrative per eleggere il Sindaco e Consiglio Comunale (6 - 7 maggio e ballottaggio 20 - 21 maggio). Come sappiamo è eletta sindaca Rita Rossa che guida una giunta e maggioranza di Centro sinistra.
La sindaca si insedia alla guida del comune il 23/05/2012.
La sindaca Maria Rita Rossa, richiede ed è convocata in audizione all’adunanza della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti il 12 giugno 2012, accompagnata dall’assessore al Bilancio, Pietro Bianchi, e dal direttore della Direzione Economico Finanziaria, Antonello Paolo Zaccone.
In data 27/06/2012 la Corte dei Conti emette la Delibera definitiva a conclusione dei controlli (n. 260), esprimendosi così: "accerta il perdurante inadempimento del Comune di Alessandria nell’adozione di misure correttive idonee a effettivamente risanare la propria situazione finanziaria gravemente deficitaria ed in tal modo invertire la tendenza al suo progressivo deterioramento (e) la sussistenza delle condizioni previste dall’art. 244 del TUEL per la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario".
Le azioni possibili, a disposizione della sindaca Rita Rossa, per tentare di evitare il Dissesto
Prima della Delibera di dissesto n. 260 del 27/06/2012. 
Nei giorni antecedenti l'audizione, in dichiarazioni pubbliche la sindaco ricorda quali nefaste conseguenze il dissesto avrebbe causato alla città e ai cittadini. L'audizione, prima della Delibera conclusiva, rappresentava un’opportunità per chiedere una temporanea moratoria che concedesse un po' di tempo alla nuova Amministrazione Rita Rossa per fare ciò che la Corte aveva chiesto alla vecchia Amministrazione Fabbio e che non aveva fatto. 
Richiesta che non sarebbe stata minimamente formulata a difesa delle sorti del comune (vedi resoconto su Tuono news.it del 12/06/2012 - Alessandro Barberis),
Su quali basi si poteva chiedere una dilazione e con quali notizie si doveva portare all’audizione, attrezzandosi al meglio possibile in vista dell’audizione?
Sotto l'aspetto "soggettivo", la nuova amministrazione Rita Rossa era incolpevole di quanto avvenuto prima del loro insediamento (avvenuto 20 giorni prima). Personalmente sindaca e assessori non erano neanche consiglieri di minoranza durante l’amministrazione Fabbio (se non erro).
Sotto l'aspetto "oggettivo", era opportuno e normale, per preparartsi all'audizione, verificare cosa avesse fatto la giunta Fabbio in merito ai rilievi ricevuti, nel periodo successivo alla Delibera n. 12 della Corte citata. Si sarebbe scoperto che, presumibilmente nei mesi di marzo - aprile, aveva finalmente dato corso ad azioni concrete di soluzione per alcune criticità riscontrate dalla Corte dei Conti: l'incasso di notevoli crediti pregressi (residui attivi) per 35 milioni di euro e il pagamento di debiti pregressi (residui passivi) per 55 milioni di euro a fronte rispettivamente dei 41 milioni e 78 milioni circa rilevati dalla Corte stessa come non incassati e non pagati.
Era sufficiente una semplice interrogazione alla banca dati del servizio economico del comune e al tesoriere (Cassa di Risparmio) aggiornata, al momento dell'audizione, per conoscere il saldo dei vecchi debiti da pagare (residui passivi) e dei vecchi crediti da incassare (residui attivi) oggetto di rilievo da parte della Corte. 
Gli aspetti soggettivi e oggettivo richiamati, potevano rappresentare due buoni e concreti motivi da evidenziare nell'audizione alla Corte dei Conti a forte sostegno di una richiesta di rinvio decisione almeno fino a fine 2012. Impegnandosi a proseguire nelle buone pratiche di recupero delle criticità e rientro nella piena legalità amministrativa e contabile del comune, sempre sotto la sorveglianza della Corte col continuo scambio d’informazioni.
La Corte dei Conti, non essendo un Organo deputato per forza a dichiarare dissesti ma a controllare il corretto adempimento e il reale recupero della legalità, presumibilmente, considerati i fatti, avrebbe potuto accogliere una simile richiesta.
In caso contrario, se la Corte dei Conti non avesse concesso dilazioni per ragioni che sarebbero state indicate nella Delibera finale dei controlli con richiesta di dichiarazione del dissesto, si sarebbe potuto comunque contrastare tale decisione nei modi sotto evidenziati.
Dopo la Delibera di dissesto n. 260 del 27/06/2012.
Dopo l'audizione, nonostante la comunicazione di quanto citato ai precedenti punti a) e b) accompagnati da un accorato appello alla Corte che la sindaco poteva fare, rimaneva la possibilità di opporre ricorso contro la Delibera difronte al Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte (TAR) per ottenere la sospensiva dell'efficacia della Delibera. Il rito amministrativo né da ampia e variegata possibilità. Contemporaneamente o in seguito era poi necessario ricorre nel merito se esistevano o meno i presunti motivi di Dissesto.
Esistono in giurisprudenza decisioni dei vari TAR di accoglimento, per casi simili. In altri casi esiste respingimento. Il TAR decide sempre sui vari casi concreti. 
Nel caso di Alessandria, le motivazioni già elencate ai precedenti punti a) e b) paiono sufficienti solidi per riuscire a ottenere la sospensione. I due punti sopra descritti ne rappresentano i buoni motivi (fumus boni iuris) e un pregiudizio grave e irreparabile se non si blocca in tempo il dissesto (periculum in mora).
Il TAR poteva accogliere il ricorso e si aveva lo stesso risultato con i tempi di sospensione fissati dal Tribunale stesso.
Il TAR non accoglieva il ricorso.
Per gli stessi motivi era possibile adire al secondo e ultimo grado, contro la decisione del TAR, e cioè al Consiglio di Stato di Roma.
Il Consiglio di Stato poteva accogliere il ricorso contro la sentenza negativa del TAR e si aveva lo stesso risultato con i tempi di sospensione fissati dal Consiglio di Stato stesso.
Il Consiglio di Stato non accoglieva il ricorso. 
In quest’ultimo caso la Delibera della Corte dei Conti diventava definitivamente esecutiva ed entro 20 giorni il Consiglio Comunale era chiamato a Deliberare il dissesto. Se non vi provvedeva o votava contro il dissesto, interveniva il Prefetto nominando un commissario col solo compito di deliberare il Dissesto (ad acta). Nello stesso tempo il Prefetto avviava la procedura per sciogliere il Consiglio Comunale e nominare al suo posto un Commissario che amministrasse il comune sino alle prossime elezioni di Sindaco e Consiglio Comunale.
Queste erano le possibilità, prima e dopo la Delibera finale della Corte dei Conti per cercare di evitare, almeno temporaneamente e poi definitivamente il Dissesto.
Nessuna, sulla base delle notizie e dei fatti, è sia stata messa in atto dalla Sindaco.
Pertanto è stata fatta una scelta: non opporsi minimamente ma accettare la decisione della Corte dei Conti. Tutto qui! 
Non esiste a priori un obbligo di accettare le decisioni di nessun Organo è sempre possibile esercitare il diritto alla difesa. 

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