Intervista a Tamara Vittoria Mussio poetessa


by Pier Carlo Lava
Tamara Vittoria Mussio, ha 23 anni e vive in provincia di Brescia. E’ laureata in Storia della Lingua Italiana e ama la letteratura, soprattutto quella classica greca e latina e la prima letteratura volgare italiana. Un’altra sua passione è la musica, soprattutto Gothic Power. Non si ritiene una grande appassionata di TV, infatti segue solo qualche serie americana ogni tanto. Come nella letteratura anche nel cinema ama i generi Thriller, Fantasy, d’Avventura e Storico. E’ molto affascinata anche dal teatro, l’ultimo spettacolo che ha seguito è stato il “Notre Dame de Paris” all’Arena di Verona; grazie al teatro apprezza molto Alan Rickman, attore cinematografico che ha cominciato la sua carriera calcando le scene dei teatri inglesi. Sta cercando di farsi conoscere nell’ambito dell’editoria e del giornalismo e la sua giornata ideale è fare “shopping mentale” in libreria.
L’abbiamo intervistata, queste le sue risposte alle nostre domande:
Chi è per te un Poeta e come pensi venga visto dalla gente?
Secondo me un Poeta è una persona che ha bisogno di trovare risposte alle proprie domande riportando sulla carta, attraverso le rime, il mondo che lo circonda, affrontandolo a viso aperto, pezzo per pezzo, fino a che non avrà costruito un mondo adatto a se.
Difficile dire come le persone vedano un poeta, dipende molto da chi si incontra. In alcune situazioni capita di trovarsi di fronte a qualcuno che considera un poeta una sorta di “bambino” che scrive in rima perché non ha altro modo per esprimersi. Altre volte si viene semplicemente ignorati perché “la poesia non va più di moda”. Tuttavia è sempre piacevole e soddisfacente trovare persone che riescano a capire la profondità e la cura che un poeta mette nei propri versi.
Vittoria Tamara Mussio, scrittrice
Che cos’è la poesia e come nasce in te? 
Come dicevo prima la poesia è una necessità. Un bisogno naturale e un mezzo per conoscere e comprendere il mondo che ci circonda. Allo stesso tempo, per chi legge, la poesia può diventare un piacere che avvicina all’eleganza della parola.
La mia passione per la poesia è nata molto presto, quando ho scoperto che la versione più “evoluta” delle filastrocche era la poesia. Per me è stata una scoperta incredibile perché racchiudeva nelle parole il ritmo e la melodia della musica; un qualcosa a metà tra la scrittura e la musica che mi ha affascinata subito. Ho iniziato a scrivere filastrocche e rime molto presto ma, fino al 2005, non ho voluto vedere i miei scritti all’altezza di essere considerati “opere pubblicabili”. Dal 2005 in poi ho deciso di raccogliere “ufficiosamente” i miei lavori in un piccolo faldone, ma solo nel 2012 ho cominciato a valutare la possibilità di pubblicare.
Che cosa ti ha insegnato la scrittura poetica?
La scrittura poetica mi ha insegnato il peso e il valore delle parole. Ogni parola ha più significati e sfumature, quindi richiede molta attenzione sia nella scelta che nell’utilizzo. Più cresco più mi rendo conto che a volte non serve scrivere lunghi discorsi per riuscire a spiegare un concetto. Spesso bastano poche parole in grado di generare una serie di pensieri sempre più complessi. In più la poesia impone elasticità e apertura mentale, uniti a ragionamenti complessi, che necessitano di essere rielaborati.
Quali sono i tuoi poeti preferiti?
Ho molti autori a cui sono affezionata, soprattutto tra i poeti latini e
greci, ma i miei modelli sono: Saffo, Charles Budelaire, Gabriele D’Annunzio, Pablo Neruda.
Tra gli antichi, invece, leggo con piacere Virgilio, Omero, Ovidio, Apollonio Rodio e Catullo.
Hai pubblicato un libro di poesie, ce ne vuoi parlare?
Ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie a settembre 2013, dal titolo “Quattro stelle cadenti e una lucciola”. Sono state inserite 23 poesie (scelte tra le 110 scritte fino ad ora), suddivise in 4 sezioni più un Ad Memoriam. Le quattro sezioni del libro corrispondono ad altrettanti desideri. Mos Maiorum (tradizioni degli antichi), contiene poesie di ispirazione greca e latina, con il desiderio di rimanere sempre legata alle origini della poesia. Profanitas presenta liriche incentrate sulla poesia italiana volgare dal 1200 ad ora. In questa parte vorrei poter seguire le orme dei grandi scrittori della nostra cultura. Comes Itineris è la sezione dedicata al mio compagno con la speranza di avere sempre accanto qualcuno con cui affrontare il viaggio della vita. Obscura Vox è la sezione che raccoglie alcune poesie di ispirazione gotica, perché mi ricordino da dove sono partita. L’ultima sezione è formata da due poesie in memoria di un artista pittore e scultore bresciano, Menec da Azzano.
In aggiunta alle poesie ho chiesto a due ragazzi, Moreno Antonini e Roberta Tinti, di illustrare alcuni scritti, per poter arricchire e alleggerire la lettura del libro. L’introduzione è a cura di Adriano Petta, romanziere storico romano, autore di “Ipazia: vita e sogni di una scienziata del IV secolo”.
Gestisci "Gli spaccia lezioni" che si occupa di recensioni e di autori emergenti, ce ne vuoi parlare?
Gli Spaccia Lezioni (nato nel marzo 2013) è una pagina Facebook, collegata ad un canale Youtube e ad un blog nella quale mi occupo di vari argomenti. Inizialmente è nato come piattaforma di lezioni on-line per ragazzi delle superiori. Successivamente, non potendo gestire tutte le materie da sola, ho deciso di mantenere le lezioni di Grammatica Italiana, di cui mi posso occupare io, e proporre recensioni, interviste ed eventi a scrittori esordienti. Le recensioni possono essere  in video poi pubblicate su Youtube, oppure scritte e pubblicate prima nel blog poi nella pagina Facebook. Le interviste possono essere di due tipi: in diretta streaming tramite Google+ con la possibilità per il pubblico che ci segue di porre delle domande all’autore, oppure un’intervista scritta pubblicata in un evento Facebook che può durare da 1 a 3 giorni, nel quale i lettori possono entrare e lasciare le proprie domande o i propri pareri sul libro e dialogare direttamente con l’autore. Collaborano con noi: Cristina Biolcati che si occupa di recensioni, Riccardo Dosso e FuoriAula Network, che condividono con noi la loro rubrica radiofonica RassegnaTi e Giulio Mussio, che si occupa della rubrica “Oggi vi porto a… gite fuori porta” nel blog de Gli Spaccia Lezioni.
Il 21 luglio 2013 ho organizzato il primo evento a cura de Gli Spaccia Lezioni, nel quale ho riunito quattro scrittori e due artisti. Durante la giornata i partecipanti si sono alternati parlando dei propri lavori e dando la possibilità al pubblico di conoscerli dal vivo.
Tutto questo è stato creato con l’obbiettivo di trasmettere la cultura in tutte le sue forme.
Stai già scrivendo il tuo prossimo libro, ce ne puoi parlare?
In realtà il secondo libro è già pronto ed è una seconda raccolta di poesie dal titolo “Primavera invernale”. In questo ho inserito altre 30 liriche circa, che avevo scartato per “Quattro stelle candenti e una lucciola” perché necessitavano di una rielaborazione formale. Al momento sto cecando di proporlo ad alcune case editrici prima di passare all’auto pubblicazione. Attualmente è in fase di stesura un terzo libro “Parla che ti ascolto”, una raccolta di racconti comici a cornice, in cui il protagonista è uno psicologo ciarlatano. Vorrei riuscire ad ultimarlo entro maggio, visto che mancano solo pochi racconti.
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
Attualmente ci sono molte iniziative che vogliono promuovere la cultura, però quello che manca non è la promozione ma l’informazione. Per mia fortuna mi sono appassionata alla cultura come mezzo per conoscere. Ciò che vedo carente ora, e spero si recupererà andando avanti, è la capacità di trasmettere il piacere di sapere, qualcuno che sia in grado di portare i ragazzi a voler scoprire tutto ciò che li circonda e non tramite Internet ma dal vivo. Credo che il mezzo migliore per coltivare la cultura siano le domande. Ogni volta che si visita un luogo, un monumento, un paese, dovrebbero sorgere spontanei dei quesiti o dei dubbi. Invece, spesso e volentieri, si guarda, si prende atto e si conclude la visita. 
Mi auguro vivamente che torni ad essere come nei periodi delle grandi scoperte, dove l’uomo ha sempre bisogno di interrogarsi sul presente per scoprire il futuro.
Un poeta come immagina la politica e che cosa vorresti chiedere ai politici?
Non so come un poeta immagini la politica, per me è un tasto dolente perché, per quanto mi sforzi, non ne capisco nulla. Capiti gli schieramenti e le “ideologie” (anche se è un parolone assolutamente fuori luogo per i nostri tempi), cerco di trovare qualcosa di valido per il periodo elezioni e poi mi perdo di nuovo nei meandri dei giochi di potere. Il mio cervello si rifiuta di comprendere. Come “scrittrice” non saprei che dire ai nostri politici. Come giovane laureata e disoccupata avrei un bel po’ di cosa da dire. Mi limito a prendere atto dell’assoluta inutilità delle loro azioni. Ho deciso di non trattare di politica nelle mie pagine e di non dare adito a scontri futili che, in ogni caso, rimangono parole inascoltate, in grado solo di creare astio tra chi vive sulla propria pelle la difficoltà degli ultimi anni.
Concludo dicendo solo una cosa: sono convinta che, una volta che si ha una poltrona coperta, degli altri non importi più nulla.
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Per il futuro mi auguro di continuare ad ampliare Gli Spaccia Lezioni, inserendo magari nuovi insegnanti e nuove materie (cerco sempre persone disponibili a collaborare) e nuove rubriche. Per quanto riguarda me, come scrittrice, vorrei riuscire a pubblicare entro il 2014 la seconda raccolta di poesie e la raccolta di racconti, sperando di avvicinarmi ai gusti del pubblico.
Ho un solo sogno nel cassetto che cerco di realizzare attraverso le mie recensioni: diventare critica letteraria o giornalista che si occupi di cultura e spettacolo. In questo modo potrei far fruttare i miei studi universitari.
Cosa augureresti a chi Ama scrivere testi poetici? Puoi terminare con un Verso?
Auguro a tutti i poeti e le poetesse come me che continuino a scrivere non in funzione della pubblicazione ma per se stessi. Ritengo che la scrittura in rima sia più un espressione del proprio io, che un mezzo per la vendita. Così facendo si dimostra rispetto per i grandi della letteratura e si possono ottenere risultati molo soddisfacenti.
Saluto tutti voi lasciandovi alcuni versi di Pablo Neruda tratti da “Ode al giorno felice”.
“Questa volta lasciate
che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo 
che sono felice 
fino all’ultimo profondo angolino 
del cuore, camminando,
dormendo o scrivendo.”
Grazie a tutti coloro che leggeranno questa intervista (spero di non avervi annoiati) e grazie A Pier Carlo Lava per la bella opportunità.
Tamara Vittoria Mussio

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