Roberto Bonfanti è un autore che si autopubblica, ai giovani che vorrebbero iniziare a scrivere, consiglia di spegnere la Tv e leggere un buon libro



by Pier Carlo Lava
Roberto Bonfanti ama dire che è nato nel secolo scorso, anzi nel millennio scorso e che sarà per questo che non si sente tanto più giovane.
Fa il tecnico audio nel settore dello spettacolo e da molti anni ha il vizio di scrivere un po di tutto, racconti, poesie, riflessioni, ma solo negli ultimi tempi ha concretizzato in una forma più razionale le sue creazioni.
Una delle caratteristiche di questo scrittore è dovuta al fatto che autopubblica i suoi libri e ebook dei quali ci ha parlato nell’intervista che segue, aggiunge che ha iniziato a scrivere il terzo romanzo della trilogia e prima o poi forse... lo completerà.
Queste le sue risposte alle domande:
Chi è nella vita e dove vive Roberto Bonfanti?
Sono nato a Vinci e abito a Empoli, in provincia di Firenze. Di mestiere faccio il tecnico audio nei concerti e in teatro.
Chi è per te uno scrittore e come pensi venga visto dalla gente?
Lo scrittore non è solo una persona che ha qualcosa da raccontare, ma che ha la capacità e la voglia di farlo in maniera interessante e stimolante. Deve riuscire a fondere forma e contenuto con un equilibrio tale da coinvolgere il lettore, rendere in maniera vivida i propri personaggi e le vicende che intende narrare. Penso che uno scrittore famoso venga guardato con ammirazione e rispetto dalla gente, mentre un esordiente semisconosciuto sia considerato un simpatico eccentrico. Sto scherzando ovviamente, ma forse neanche troppo…
Com’è nata in te la passione per la scrittura e cosa provi quando scrivi?
Fin da ragazzo ho sempre letto molto, mi piacciono i classici della letteratura come gli autori contemporanei, leggo di tutto, senza limitarmi a un genere definito. I libri, le storie e le vicende create dagli autori mi hanno sempre affascinato, quindi ho sentito presto la voglia di cimentarmi a mia volta nella scrittura, ho iniziato più o meno come tutti gli scrittori in erba, con poesie, raccontini, semplici riflessioni. Con la maturità credo di avere migliorato la mia capacità di raccontare vicende con un respiro più ampio. La scrittura per me è una grande passione, mi piace mettere sulla pagina le storie che nascono nella mia mente, dare sfogo alla mia creatività.
Come nasce quello che scrivi e su cosa ti piace scrivere in particolare?
La realtà che ci circonda offre innumerevoli spunti da elaborare, basta saperla guardare con la voglia di coglierne gli aspetti più singolari. Talvolta parto da un’immagine, una frase che mi colpisce e ci costruisco sopra le mie storie. I miei romanzi e i miei racconti sono spesso legati alla vita di tutti i giorni, ovviamente filtrata e reinterpretata dalla mia visione personale.
Hai scritto tra gli altri: La Conferenza mediatica del Professor Leonard Knowall, c’e ne vuoi parlare?
Ho creato un personaggio, Leonard Knowall, che un poco mi assomiglia, ma ha una sua personalità, i suoi tic e le sue manie. Si tratta del testo di una immaginaria conferenza che il “professore” tiene in pubblico giocando con la platea e esponendo le sue idee sull’arte, la letteratura e altre cose, in maniera informale e scanzonata.
Nel 2013 hai pubblicato: Storie di ordinaria fonia, La vita è dura nei dettagli, Cose che si rompono, Sogni 2010 e Come un granello di sabbia, ce ne vuoi parlare?
Dalle mie esperienze lavorative ho tratto spunto per scrivere “Storie di ordinaria fonia”. Si tratta di una raccolta di racconti che narrano gli episodi più particolari e divertenti che mi sono capitati nella mia ormai quasi ventennale attività di fonico, quegli aneddoti che si raccontano con gli amici e che strappano sempre un sorriso o una riflessione in chi li ascolta. Non ho voluto scrivere un libro per gli addetti ai lavori, il linguaggio che ho usato è fruibile per tutti, si parla dei rapporti fra le persone coinvolte in questa attività: musicisti, tecnici e altri protagonisti del mondo dello spettacolo, con tutte le dinamiche che ne conseguono. 
“Sogni 2010” ha un’origine un po’ particolare: ho iniziato ad annotare i sogni che mi ricordavo al mattino, e l’ho fatto per circa un anno. Visto che alla fine ne è venuta fuori una raccolta di brevi racconti, ho deciso di farne un ebook.
“Come un granello di sabbia e altre storie” è una scelta di racconti scritti molti anni fa, nel periodo che va
dal 1990 al 2002. 
La vita è dura nei dettagli” e “Cose che si rompono” sono romanzi, i primi due
capitoli di una trilogia che progetto di completare a breve. C’è un protagonista, Claudio, grafico appassionato di moto, e alcuni personaggi che gli ruotano intorno, persone comuni alle quali succede qualcosa di particolare, avvenimenti del passato che vengono rivelati e li portano a ripensare la percezione della vita che hanno vissuto fino a qual momento e influenzano le loro prospettive sul futuro. Non saprei catalogare questi romanzi in un genere definito, ci sono elementi del thriller, del romanzo di formazione, ma non solo. Ho voluto scrivere una storia verosimile, con eventi particolari che irrompono nella quotidianità.
Stai già scrivendo il tuo prossimo romanzo, c’e ne puoi parlare?
Come ho accennato sto scrivendo il terzo capito della mia trilogia, sono nella fase di definizione della trama, vorrei dare una conclusione alle vicende e alle storie che si sono sviluppate nei primi due romanzi, mi sembra che i miei personaggi, che ormai considero quasi degli amici, se lo meritino.
Tu hai un sito internet, ma collabori anche con altri siti specializzati?
Visto che sono un autore che si autopubblica devo occuparmi anche della promozione, oltre a tutte le altre fasi che seguono la scrittura (correzione, impaginazione, grafica delle copertine ecc.). Questa attività occupa molto del mio tempo libero, quindi mi rimangono poche energie da dedicare ad altri siti, oltre al mio. Seguo un paio di gruppi, sui social network, che si occupano di scrittura, dove trovo altri autori con i quali mi confronto, scambio consigli e opinioni.
Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
La lista sarebbe lunga… ho apprezzato Bukowski, Kerouac, Hesse, Dostoevskij, Bulgakov. Non posso dimenticare Calvino, Eco, Pavese, Marquez, Stefano Benni. Mi piace Chuck Palahniuk, col suo stile estremo e minimale, la fanta-
sociologia introspettiva di Ballard, ma anche il piccolo mondo antico di Andrea Vitali. Recentemente, grazie al web, mi sono avvicinato agli scrittori indipendenti, forse per affinità ho iniziato a leggere le opere di alcuni di loro e mi sono reso conto che ce ne sono moltissimi e, spesso, anche piuttosto bravi.
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
Non riesco ad essere ottimista. In una società fondata sull’esaltazione del successo la cultura è ormai stata soppiantata da modelli più effimeri. Anche il linguaggio è sempre più impoverito e standardizzato, e di questo sono responsabili principalmente i media, più interessati al consenso che alla divulgazione. La letteratura, in particolare, se la passa piuttosto male. La crisi economica degli ultimi anni si è sommata alla cronica carenza di lettori in questo paese, in base alle statistiche l’Italia è sempre molto indietro nella classifica di libri letti per abitante, è difficile prevedere un futuro roseo per l’editoria.
Un scrittore come immagina la politica e che cosa vorresti chiedere ai politici?
Come cittadino mi sento poco rappresentato da questa classe politica, che vedo sempre più distante dalle esigenze e dai bisogni della gente comune. Ai politici chiedo una maggiore attenzione per la letteratura, il teatro, l’arte in genere. Credo che la crescita e la civiltà di un paese siano imprescindibilmente legate al livello culturale della sua popolazione.
Che consigli ti senti di dare ai giovani che vorrebbero iniziare a scrivere?
Leggere, spegnere la tv e leggere un buon libro. Rifarsi a modelli di alto livello. Sviluppare un proprio stile personale senza scimmiottare gli autori del momento. Perseverare se i risultati non arrivano nel breve periodo. Scrivere principalmente per il piacere di farlo, non per rincorrere un successo che potrebbe rimanere solo un miraggio inafferrabile.
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Non credo che la mia attività di scrittore mi renderà ricco e famoso, ma non sono queste le mie ambizioni. Mi piacerebbe che le mie cose arrivassero a lettori attenti e interessati, avere un dialogo diretto e costruttivo, fatto anche di critiche se è il caso, con persone appassionate di libri, lettura e scrittura, come me.
Nell’immediato spero di trovare il tempo e l’ispirazione giusta per completare il nuovo romanzo. Poi, chissà, potrei pensare di scrivere un seguito di “Storie di ordinaria fonia”, nel mio lavoro cose da raccontare ne capitano tutti i giorni…

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