Riqualificazione area Thyssen: Legambiente presenta uno studio con analisi e proposte


Torino: Nel corso di un incontro tenutosi questa mattina a Torino Legambiente ha presentato uno studio di analisi e proposte, condotto insieme all’associazione Campus, sulle trasformazioni urbanistiche che interesseranno le aree Thyssen-Ilva e del Castello di Lucento. Alla conferenza stampa hanno preso parte Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Silvana Fagnani, presidente del circolo Legambiente L’Aquilone di Torino, e gli architetti Arturo Bracco e Emanuela Andrini.
La conferenza è stata l’occasione per presentare i risultati dello studio condotto da un gruppo di architetti e urbanisti che ha portato ad una fotografia della dotazione di servizi pubblici all’intero del quartiere Vallette-Lucento. Dall’analisi emerge come a distanza di diciannove anni dall’approvazione del Piano Regolatore Generale del 1995, soltanto una parte delle aree destinate a servizi pubblici sono ad oggi effettivamente realizzate, e nel quartiere sono presenti solo il 53% dei servizi prescritti dalla legge urbanistica regionale. 
“Questo deficit di servizi potrebbe essere colmato proprio attraverso la trasformazione urbanistica che interesserà l’area Thyssen -dichiano Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, e Silvana Fagnani, presidente del circolo Legambiente L’Aquilone-. Per questo lanciamo ancora una volta la sfida al Comune di Torino affinchè la
trasformazione dell’area sia l’occasione per ripensare insieme ai cittadini e alle associazioni il futuro del quartiere, tenendo in considerazione il risanamento ambientale, il rischio alluvionale, i reali bisogni degli abitanti e la sostenibilità
sociale e ambientale, prima ancora di qualsiasi ipotesi edificatoria”.
Di seguito, nel dettaglio, i dati e le proposte di Legambiente. 
Il Circolo L’Aquilone e Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ritengono che qualsiasi intervento su queste aree debba porsi i seguenti obiettivi prioritari: 
1.             Risanamento ambientale
2.             Tutela e valorizzazione del Fiume Dora Riparia
3.             Riorganizzazione della viabilità
4.             Acquisizione pubblica  e Valorizzazione del Castello di Lucento
5.             Risposta al fabbisogno di servizi nel quartiere Vallette - Lucento
6.             Riconversione delle aree industriali 

1)            Il risanamento ambientale 
La trasformazione e il riutilizzo di queste aree deve avere come premessa una rigorosa verifica dello stato d’inquinamento del suolo e del sottosuolo ed una altrettanto rigorosa bonifica dello stesso.
Questi interventi sono fondamentali poiché su queste aree si prevedono insediamenti residenziali, commerciali, di terziario avanzato e un parco-giochi tematico.
Ricordiamo che quest’area ha ospitato per molti decenni un’industria pesante, a forte impatto ambientale, nei cui processi di lavorazione erano usati acidi solforico e cloridrico ed altri prodotti tossici.
Facciamo notare che le vasche di stoccaggio, decantazione e depurazione degli acidi sono collocate al fondo degli stabilimenti a ridosso della Dora, dove s’intenderebbe realizzare un parco giochi tematico.
E’ indispensabile verificare se dopo decenni le vasche sono ancora integre o se presentano delle lesioni con conseguente inquinamento del sottosuolo e delle falde.
E’ indispensabile verificare la situazione delle gallerie di servizio sottostanti gli stabilimenti che da notizie in nostro possesso erano spesso allagate da sostanze di vario genere compresi gli acidi.
Riteniamo quindi che il progetto degli interventi e la variante urbanistica debbano essere assoggettati alla valutazione ambientale strategica per definire tutti gli adempimenti riguardanti il risanamento ambientale dell’area.

2)            Tutela e valorizzazione del Fiume Dora Riparia 
In relazione al rischio alluvionale va fatto uno studio che approfondisca le concrete ed attuali condizioni di pericolosità, di vulnerabilità e di rischio alluvionale della zona.
Ricordiamo che nell’alluvione del 2000 tutta l’area fu sommersa dall’acqua e che le misure di contenimento adottate da allora sono assolutamente insufficienti, quali quella di un terrapieno sulla sponda che in caso di piena sarebbe spazzato via.
Le sponde della Dora dovranno essere recuperate e valorizzate quale ingresso della “rete ecologica regionale” (parte del sistema del Grande Verde dell’area metropolitana) all’interno della città di Torino.

3)            Riorganizzazione della viabilità 
L’eventuale apertura del tunnel che collegherebbe c.so Mortara con c.so Regina Margherita inciderà profondamente sulla valorizzazione o meno del Castello e di tutta l’area prospiciente la Chiesa e la Principessa Isabella. L’apertura del tunnel e la conseguente realizzazione di una strada collocata nel trincerone che divide via Pianezza dal Castello porterebbero inquinamento e degrado in tutta la zona per effetto dei forti volumi di traffico prevedibili.
Si tratta di valutare seriamente l’eventuale apertura del tunnel e in tal caso venga prevista la collocazione in galleria della strada fino a via Nervi e all’attuale area industriale.
Questa soluzione consentirebbe di raggiungere due risultati:
a)             Riconnettere a raso l’area di via Pianezza, della Chiesa e della Principessa Isabella con il Castello ora divise dal trincerone. Si potrebbe in questo modo sistemare e modellare il terreno soprastante in modo da conseguire adeguati livelli di reciproca accessibilità.
b)            Guadagnare con la galleria una quota altimetrica che la metta al riparo da rischi d’inondazione, (l’attuale percorso del tunnel fu inondato nell’alluvione del 2000).

4)            Acquisizione pubblica e Valorizzazione del Castello di Lucento 
L’acquisizione pubblica del Castello di Lucento è da sempre un obiettivo delle associazioni e dei cittadini del territorio, l’auspicio è che possa diventare il polo culturale di Lucento.
Ma L’ipotesi che viene avanzata nel progetto di trasformazione è l’acquisizione pubblica in cambio della concessione di diritti edificatori nell’area del Castello, ciò si potrebbe concretizzare con la costruzione di palazzi sull’asse di via Pianezza di fronte alla chiesa di Lucento, a fianco del Castello stesso.
 Noi affermiamo con assoluta determinazione che un’ipotesi di questo genere è assolutamente incompatibile con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il Castello.
Se il prezzo da pagare per l’acquisizione pubblica del Castello è quello di consentire la costruzione di palazzi che deturperebbero per sempre la zona, è meglio rinunciare.

5)             Il fabbisogno di servizi nel quartiere Vallette-Lucento 
Su iniziativa dell’Associazione sportiva e culturale Campus, è stato sviluppato uno studio condotto da un gruppo di architetti e urbanisti, in collaborazione con alcuni abitanti del quartiere, che guarda alla dotazione di servizi pubblici all’intero del quartiere Vallette - Lucento – aree per il verde il gioco e lo sport; attrezzature di interesse generale; scuole; e parcheggi – intendendo tale dotazione come l’elemento che caratterizza il livello di qualità sia per l’abitare sia per lo svolgimento di tutte quelle attività che si sviluppano sul territorio.
Dall’analisi emerge che a distanza di diciannove anni dall’approvazione del Piano Regolatore Generale (1995) solo una parte delle aree destinate a servizi pubblici sono a oggi realizzate, e nel quartiere sono presenti solo il 53% dei servizi prescritti dalla legge urbanistica regionale. Il fabbisogno di aree per il verde il gioco e lo sport è soddisfatto per l’85,6%; per il 11 % quello di parchi urbani e comprensoriali; per il 54% le aree per scuole dall’obbligo e asili nido; per il 66% aree per l’istruzione superiore; per il 28% quello di parcheggi; e 78% quello di aree per le attrezzature di interesse generale. È bene notare però che, in relazione ai dati che fino ad ora è stato possibile reperire, il riferimento è ai servizi generati dal solo insediamento abitativo e non anche, come previsto dalla legge, dalle attività economiche insediate, il che rivela una carenza effettiva ben superiore a quella già individuata.
Questo deficit di servizi può essere in parte recuperato all’interno dell’area in trasformazione, tenendo anche in debito conto il fabbisogno generato dalle nuove attività che sull’area andranno a insediarsi. 

6)            Riconversione delle aree industriali 
a)             Le linee guida indicate nella delibera approvata dal Consiglio Comunale il 9/12/2013 sono insufficienti a delineare un progetto di trasformazione di alto profilo all’altezza della sfida che abbiamo di fronte che è quella del rilancio economico e occupazionale della Città e della creazione di nuova occupazione qualificata e non precaria e mal pagata.
b)             È condivisibile la scelta di destinare parte di questa area a verde,  affinché  si possa creare un collegamento tra il quartiere Lucento e le aree verdi sottostanti al Castello e la Pellerina.
c)             Non è condivisibile la scelta di costruire nuove abitazioni, perlomeno secondo il modello proposto negli ultimi decenni, in base al quale troppi alloggi risultano costruiti e invenduti.
d)             Non è condivisibile la scelta di destinare parte dell’area ad attività commerciali legate alla grande distribuzione, dal momento che di supermercati in questa zona della città ve ne sono già troppi (almeno 10). Se si vuole utilizzare parte di questa area per costruirne uno nuovo creando nuova occupazione precaria e malpagata, noi diciamo no!
e)             La stessa scelta di ampliare l’area industriale esistente ci sembra sbagliata dal momento che verrà occupata in gran parte da aziende che si rilocalizzano e non porteranno nuova occupazione. Auspichiamo invece l’insediamento di attività economiche legate a nuove tecnologie e all’artigianato di eccellenza e, più in generale, ad una nuova occupazione qualificata.
f)              Proponiamo inoltre che si faccia una ricognizione per acquisire elementi di conoscenza su come sono state recuperate e valorizzate aree ex industriali a livello europeo.
g)             Sulla base di tale ricognizione e di una puntuale analisi delle attività che esprimono esigenze di spazi per il loro sviluppo, stabilire ipotesi di trasformazione che prevedano anche la salvaguardia della memoria storica di ciò che hanno rappresentato questi stabilimenti  per il quartiere, per la città di Torino e per l’industrializzazione e il lavoro.
h)             Recuperare una parte dei capannoni della Thyssen per la creazione di un Centro-Studi e di documentazione sulla Sicurezza sul Lavoro aperto alle scuole, agli operatori economici, ai cittadini, alle istituzioni, ai parenti delle vittime del tragico rogo del 6 dicembre del 2007. 
Lo studio è consultabile integralmente all’indirizzo:
Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Commenti

Post più popolari