Veleni nel sangue dei lavoratori Solvay. E i cittadini di Spinetta Marengo?
Alessandria:
Documento inviato, per posta certificata, a Rita Rossa sindaco di Alessandria e
Paolo Marforio direttore ASL Alessandria, e.p.c. a: Arpa Regionale, Segretari
generali CGIL CISL UIL, Regione Piemonte.
L’insistenza
pervicace con la quale ci rivolgiamo alla sindaco Rita Rossa e all’assessore
Claudio Lombardi per avviare l’Indagine epidemiologica della Fraschetta è
vieppiù avvalorata dalle preoccupazioni che le organizzazioni sindacali
unitariamente rivolgono alla Solvay di Spinetta Marengo in merito alla presenza
nel sangue dei lavoratori di sostanze tossico nocive che non dovrebbero
comparire neppure in minime parti per miliardo. Sostanze che evidentemente
avvelenano anche l’ambiente esterno allo stabilimento e presumibilmente sono
riscontrabili nel sangue dei cittadini.
Purtroppo
il Comune di Alessandria, benchè ripetutamente sollecitato, non ha provveduto
nemmeno a pretendere dall’ASL il Referto epidemiologico, se non altro
propedeutico all’Indagine.
Come
sappiamo, le rarefatte e private campagne di campionamenti ematici personali a
cui sono sottoposti centinaia di lavoratori Solvay –evidentemente esposti a
lavorazioni in impianti non a ciclo
chiuso dunque tecnologicamente inadeguati- riguardano
sostanze di estremo pericolo per la salute, come benzene, cumene, tetracloruro
di carbonio, cloroformio, cromo eccetera. In particolare l’attenzione si
rivolge a ADV, C6O4 e PFOA, ognuna dalle complicatissime formule chimiche e
denominazioni. Su di esse suoniamo un allarme chiaro e
rivendichiamo
l’intervento pubblico: di Comune e ASL.
Semplificando.
Sul PFOA abbiamo ampiamente già scritto e denunciato in tribunale: tossico,
cancerogeno, teratogeno, patologico a tiroide, colite ulcerosa, colesterolo
eccetera è stato in quantità enormi rinvenuto indegradabile alla foce del Po e
soprattutto nel sangue dei lavoratori, a loro volta addirittura donatori di
sangue. E’ stato messo al bando in tutto il mondo. Finalmente Solvay, al
culmine della nostra campagna di denuncia nazionale, ha annunciato l’eliminazione
del tensioattivo dalle lavorazioni spinettesi. Come si spiega allora che è
ancora oggi rinvenuto nel sangue degli addetti? Non è stato completamente
eliminato dalle produzioni? Quanto persiste nell’ambiente, fino a quando?
Il
C6O4 è stato annunciato come sostituto del PFOA. Sale ammonico inodore,
scarsamente biodegradabile, è corrosivo, tossico per ingestione inalazione e
contatto: principale organo bersaglio il fegato, le polveri fini derivate
possono infiammare ed esplodere, in caso di incendio o surriscaldamento genera
per decomposizione termica come sottoprodotti tossici o cancerogeni fluoruro di
idrogeno anidro, fluorofosgene, difluoruro di carbonile, ammoniaca, anidride
carbonica, fluorocarburi ecc. Per quanto riguarda l‘esposizione prolungata o
ripetuta sono tragicamente carenti ovvero nascoste informazioni scientifiche
tossicologiche, soprattutto come cancerogeno, mutageno e teratogeno. Criticità
nel trattamento rifiuti per la neutralizzazione e il recupero di acido
fluoridrico. L’ARPA non sta effettuando campionamenti. L’allarme dei
consumatori, di conseguenza, si è trasferito dal PFOA al C6O4 quale base dei
prodotti Teflon: tessuti da abbigliamento e arredamento, componenti di farmaci,
schiume antincendio, lubrificanti, adesivi, cosmetici, insetticidi,
rivestimenti per tappeti e mobilio.
Infine
l’ADV. Incolore, inodore, insapore, letale se ingerito o inalato, letale per
contatto, indegradabile in acqua, bioaccumulabile, è tossico e corrosivo in
degradazione termica nei suoi sottoprodotti (fluoruro d’idrogeno anidro,
fluorofosgene, cloruro d’idrogeno ecc.) già in fase acuta. Per la fase cronica
le informazioni scientifiche tossicologiche sono drammaticamente carenti ovvero
nascoste, soprattutto per la cancerogenicità, come in generale lo sono per
tutto ciò che riguarda salute, sicurezza e ambiente, compreso lo smaltimento
dei rifiuti pregni di acido fluoridrico. Anche su questa sostanza l’ARPA non
sta effettuando campionamenti.
In
conclusione. Riteniamo che l’ASL abbia la responsabilità di provvedere
direttamente alle analisi del sangue dei lavoratori, di verificare quelle
fornite ai lavoratori da Solvay (la quale non può essere controllata e
controllore di se stessa: le sue rassicurazioni con tanto di professoroni
superstipendiati lasciano il tempo che trovano), nonché di procede ai referti
della popolazione a rischio, in merito particolare alla presenza di queste
sostanze pericolose, fornendo delle stesse completi parametri tossicologici e
sanitari di concerto con ARPA. Sottolineiamo che per Medicina democratica i
valori limite devono essere zero.
Chiediamo
che i risultati delle rilevazioni siano portati a conoscenza individuale degli
interessati e della collettività tutta: tale riteniamo sia l’obbligo della
Sindaco di Alessandria (peraltro già insolvente del Referto epidemiologico e
dell’Indagine epidemiologica della Fraschetta).
Lino
Balza
Medicina Democratica
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