La ciminiera di Borsalino, un simbolo che abbiamo visto abbattere


by Piercarlo Fabbio
Alessandria: Puntata dedicata alla ciminiera di Borsalino, prima che fosse la ciminiera-simbolo che abbiamo conosciuto e visto abbattere. Questo il tema de “La mia cara Alessandria” trasmissione radiofonica di Radio BBSI, di cui è autore, curatore e dj Piercarlo Fabbio. La puntata è quella di Martedì 31 marzo 2015. 
La macchina del tempo porta Piercarlo Fabbio in piazza D’Annunzio, passando attraverso… le pagine di un libro. Eccolo che parla: “ho visto una vecchia cartolina, che ritraeva uno slargo che oggi chiamiamo piazza D’Annunzio e dove lo sguardo prendeva d’infilata via Torino, per scontrarsi brutalmente, al termine del suo percorso, con un’alta ciminiera. E mentre guardavo quest’immagine, come succede nelle fiabe con i libri magici o ad Alice nel paese delle meraviglie, mi sono trovato ben piantato con i piedi su un battuto di ghiaia bianca, ben
pressato, ma comunque polveroso al passo. Era Macadam? La cartolina mi si è materializzata in mano, posso anche girarla fra le dita e leggervi il timbro postale. E’ datata 1920, anche se si legge a malapena il mese, agosto, e non si distingue il giorno.”
Siamo in pista, dunque, che ormai non è più un circuito velocipedistico, ma ha incominciato ad essere un quartiere. Del resto la pista ciclistica è stata smantellata da tre lustri e i bastioni sono stati demoliti pezzo a pezzo, mattone su mattone, con il lavoro dei prigionieri austriaci durante la grande guerra.
C’è un’alta ciminiera, fumante, in asse con via Torino. E’ il simbolo del nuovo ampliamento della Borsalino, cosiddetto oltrecanale, perché sta al di là del canale Carlo Alberto, spostato a fine Ottocento da corso 100 Cannoni e arricchito da una “canalina” che Borsalino ha fatto costruire derivando le acque del Carlo Alberto dalla zona stazione e irreggimentandole verso il nuovo ampliamento dello stabilimento. 
La ciminiera è una semplice ciminiera, arricchita sull’orlo da un ornamento che l’abbellisce. Nessuna scritta. E’ anonima, anche se, chi ha visto Alessandria anche solo a fine anni Ottanta del Novecento, non può sbagliarsi. Perché proprio il 28 maggio 1987 veniva abbattuta la ciminiera, dopo che la Borsalino aveva ormai abbandonato l’area e i tecnici del Comune erano riusciti ad indottrinare il Consiglio Comunale, guidato dal Sindaco Giuseppe Mirabelli, sulle deficienze strutturali del grande fumaiolo e sull’impossibilità di affrontare una così grande spesa per tenere in piedi quello che molti avevano definito il simbolo della città. Che strano destino ha questa città, quando si decide di abbattere qualcosa, che ci sia più di una ragione per farlo o per non farlo, quel manufatto viene coram populo promosso a simbolo ineguagliabile di una storia straordinaria, ma praticamente sconosciuta ai più
Guido Barberis ne parla così: “Il 1910 è un anno importante per la Borsalino nell’area oltre canale: sul terreno (…) del cosiddetto lotto dei pattinatori venne costruita una tettoia e rialzato il muro di cinta a protezione della nuova turbina idraulica, alimentata dalla canalina Borsalino (…). Sempre nel 1910 venne edificato il ponte sul canale e fu costruita, su progetto delle Officine Savigliano di Torino, la passerella in ferro per unire lo stabilimento di Corso 100 Cannoni con la nuova centrale termica a carbone sita in corso XX Settembre. (…) Quindi tra il 1910 e il 1912 venne costruita la centrale termica in cemento armato, su progetto di Francesco Guidetti Serra, un parallelepipedo a pianta rettangolare 18,10 per 44,60 metri, dotato di un corpo di scala, di un serbatoio per l’acqua e di una piattaforma per la gru.”
Intorno alla ciminiera, dunque, si era costruito, come corpo a parte ma coevo con la struttura preesistente un serbatoio dell’acqua. E sulle sue pareti, a tre quarti della ciminiera, sarebbe stata stampigliata la scritta “Borsalino”, in blu di Persia, visibile da lontanissimo e luogo di sfida per interminabili lotte sindacali, utilizzato dagli operai per mostrarsi alla città che doveva sapere e non distrarsi.
“Allora quel tempo che stavo percorrendo era precedente al 1910, anno in cui Teresio Borsalino avvia anche la costruzione di una nuova centrale termoelettrica che funzionerà a pieno regime dal 1911 per fornire energia alla grande fabbrica.” Conclude Fabbio.
Per le “reclame d’annata” ecco le Tinture istantanee del dottor Seidel (1920), mentre per la rubrica “Strà per stra”, attenzione a via Alessandro d’Angennes, spostandosi al Cristo.
Chiude le rubriche l’almanacco del giorno prima, fatti successi tanti, tanti anni fa in Alessandria
Oltre alla musica a tema, che contraddistingue tutto il percorso della trasmissione, ancora musica nella playlist della settimana, ideata da Roberto Cristiano. Obiettivo puntato sul mondo latino americano e le sue nuove fronbtiere musicali, da Carlos Santana a Christina Aguillera, dagli Aventura a Salma Hayek, passando attraverso ai Buena Vista Social Club, con Compay Segundo.

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