Caffè Scienza: Intervista a Elia Ranzato e Simona Martinotti

by Pier Carlo Lava
Alessandria, non è la prima volta che incontriamo Simona Martinotti e Elia Ranzato, due giovani e promettenti ricercatori dell’Università di Alessandria in via Teresa Michel. Questa volta li abbiamo incontrati per farci raccontare come è nata l'idea di fare i Caffè Scienza ad Alessandria, queste le loro risposte alle nostre domande. 
Com'è nata l'idea di fare i Caffè Scienza ad Alessandria?
L’idea alla base del Caffè Scienza è riportare la scienza all’interno del dibattito culturale, ricucendo una frattura con le altre discipline, frattura che tende ad allargarsi nell’era degli specialismi.
Come cittadini, siamo chiamati a prendere decisioni anche tecniche, come per esempio la politica dei trasporti, le scelte energetiche, leggi che riguardano la salute, la ricerca, e in generale scelte che riguardano noi e i nostri discendenti. 
Queste decisioni comportano sempre più un certo grado di conoscenze e coscienza scientifica. Coscienza, e non sola conoscenza, perché non si possono limitare le scelte politiche e culturali a una sola valutazione tecnica, né, d’altra parte, a una valutazione emotiva.
L’attività del Caffè Scienza di Alessandria è portata avanti dall’Associazione Cultura e Sviluppo, con la collaborazione di alcune persone che lavorano in ambito accademico.
Quali sono i principi a cui si ispirano i Caffè Scienza?
Scopo del nostro Caffè Scienza è di far scendere la comunicazione scientifica dal piedistallo accademico.
Siamo abituati alla comunicazione scientifica come a un flusso d’informazioni a senso unico, dagli esperti verso i comuni cittadini, che devono semplicemente assorbire qualche concetto. 
Assimilare alcune nozioni tecniche è fondamentale per arrivare a una scelta ponderata, e per comprendere alcune nozioni occorre avere o sviluppare competenze specifiche, ma è anche vero che il metodo scientifico prevede la discussione da pari a pari, senza preclusioni o diritti ex cathedra.
I café scientifique nascono in Francia alla fine degli anni novanta del secolo scorso, per poi estendersi in Gran Bretagna e in molti altri paesi del mondo. In Italia è Firenze la prima città in cui si svolgono caffè scienza regolari, seguita ben presto da molte altre: oggi ci risultano iniziative di questo tipo a Milano, Trento, Bolzano, Bassano del Grappa, Trieste, Livorno, Bologna, Roma, Frascati, Cagliari e Bari. 
Quali argomenti vengono trattati? Come vengono scelti i relatori?
Il Caffè Scienza non deve essere una conferenza: per questo ci vuole, oltre al relatore, un animatore che provi a "smorzare" la voglia di protagonismo degli esperti e incoraggi il pubblico ad fare
domande!
Ognuno dei relatori che si incontrano al Caffè Scienza è invitato per la voglia di diffondere le sue conoscenze a tutti quelli che hanno voglia di ascoltarlo, per confrontare con loro le proprie opinioni e, magari, avere nuove idee da trasformare in oggetto di studio.
Così abbiamo avuto l’occasione di trattare argomenti molti diversi tra loro, prendendo spunto anche dalla cronaca. Abbiamo parlato delle nuove droghe ovvero di un gruppo estremamente eterogeneo di sostanze psicoattive non sottoposte al controllo di legge in molti Paesi. 
Abbiamo anche discusso di cellule staminali e delle loro potenzialità, con esperti che le utilizzano nel nostro Ospedale di Alessandria. Ci siamo occupati di sicurezza alimentare, sia dal punto di vista normativo che dal punto di vista della chimica degli alimenti.
Abbiamo poi affrontato con gli esperti di Medici Senza Frontiere il caso Ebola ascoltando operatori che hanno lavorato nelle zone “calde” dell’infezione, e poi abbiamo dibattuto di emergenza clima e dei necessari comportamenti virtuosi e di politiche globali. 
Ma abbiamo trattato di matematica declinata nella teoria dei giochi accorgendoci come a volte meccanismi molto complessi come quello del mercato azionario possono essere resi più chiari grazie a semplici strumenti, oppure di Intelligenza Artificiale, scoprendo una disciplina multiforme, in cui gli aspetti prettamente informatici sono spesso complementati da altri di tipo filosofico, cognitivo, sociologico od economico. Abbiamo poi parlato di pratiche di conservazione programmata, ovvero la capacità di “osservare” i beni culturali nel tempo e governare le loro trasformazioni, un passaggio strategico per preservare il patrimonio culturale e architettonico. 
Qual è la risposta e la partecipazione del pubblico alessandrino?
Ogni caffè scienza ha la sua storia, le sue caratteristiche, il suo pubblico e le sue domande!
Non si tratta comunque di una vera e propria conferenza, bensì di una riunione interattiva dove tutti i partecipanti possono intervenire, chiedere chiarimenti e/o curiosità, senza nessuna remora.
Chiunque può parteciparvi, può entrare quando vuole, e può andarsene quando meglio crede. Chiunque è libero di chiedere quello che crede, senza doversi sentire in imbarazzo. 
I Caffè Scienza non richiedono nessun tipo di conoscenze specifiche, ma solo un po’ di curiosità e di voglia di saperne di più.

Le biografie
Simona Martinotti nasce a Casale Monferrato e dopo il diploma come Perito Chimico Industriale all’ITIS A. Sobrero di Casale Monferrato, si laurea in Biologia e poi in Scienze Biologiche Applicate nel con il massimo dei voti.
Ha conseguito poi il Dottorato in Scienze Ambientali (Acque Interne e Agrosistemi). Dal 2012 è post-doc presso il DISIT.
Proprio per gli studi di riparazione tissutale associata al trattamento con il miele, svolti con il collega Dr Elia Ranzato, ha vinto il premio internazionale dedicato alla ricerca nel campo dei test alternativi
promosso da “Lush” e “Ethical Consumer” Simona Martinotti è stata premiata per la sua ricerca nella cura delle ferite e nello "skin health" (benessere della cute) con rimedi a base di prodotti naturali,
Nel 2014, ha costituito con il Dr. Elia Ranzato e l’Ing. Marco Caneva, il Caffè Scienza Alessandria, presso l’Associazione Cultura e Sviluppo. Uno spazio dove parlare e discutere di scienza con i "non addetti ai lavori".
Nel 2015, ha partecipato alla 65esima edizione del Lindau Nobel Laureate Meeting, una settimana a lezione da 65 premi Nobel.
Elia Ranzato è stato un brillante studente, ottenendo il massimo dei voti in tutti gli esami, e laureandosi rapidamente (2002) in Scienze Biologiche (summa cum laude). Ha conseguito, nel 2006, il dottorato di ricerca presso l'Università del Piemonte Orientale, occupandosi di monitoraggio ambientale. Attualmente è ricercatore in anatomia comparata e citologia.
Nel 2011, è stato insignito del Premio Ricercatore Junior, da parte dell’Associazione Italiana di Colture Cellulari (AICC).

Inoltre, anche se Elia Ranzato è un giovane scienziato, è già dotato di capacità di leadership testimoniata anche dal suo successo nell'attrarre fondi da parte d’istituzioni internazionali (dal Giappone) per sostenere progetti innovativi di studio del miele, che persegue tenacemente per produrre lavori scientifici originali.

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