Il “pasticciaccio brutto” di ATM

by Pier Carlo Lava

Alessandria: “Il dado è tratto”, come previsto l'Assemblea straordinaria dei Soci giovedì 17 marzo a Torino ha deliberato la messa in liquidazione diATM. Una decisione che ha fatto seguito alle perdite del 2015 per oltre 7 milioni di euro. Nella seduta di Torino è stato nominato quale Liquidatore Unico il dott. Matteo Panelli, commercialista e revisore dei conti con studio a Valenza Po, Milano e Torino. 
Ora la palla passa alla Giunta Comunale, che nei primi giorni della prossima settimana dovrà definire le decisioni da intraprendere, che in seguito verranno sottoposte al Consiglio Comunale per l’approvazione. 
L’epilogo di ATM, oltre a destare preoccupazione diffusa per le possibili implicazioni sul futuro dei lavoratori. Occorre infatti tenere presente che diversamente da AMIU la partecipata dei rifiuti, dove i costi vengono pagati quasi interamente dai cittadini con la relativa tassa, ATM anche a causa dei tagli da parte della Regione ai trasporti pubblici è una partecipata che perde 3 milioni di euro ogni anno. La vicenda ATM non trova però tutti concordi su com’è avvenuta, a questo proposito ecco le considerazioni alle quali è pervenuto il Consigliere Comunale del PDL Piercarlo Fabbio dopo l’analisi dei dati... continua

Il “pasticciaccio brutto” di ATM sta svolgendo tutti i suoi devastanti effetti tra infingimenti, mezze verità, intere notizie da scovare tra le pieghe più recondite di bilanci, note integrative fin troppo sintetiche, imbarazzi e tentennamenti dell’Amministrazione sul futuro aziendale e altri materiali che la Commissione Controllo di Gestione del Consiglio Comunale di Alessandria ha potuto avere a disposizione.
C’erano alcuni aspetti poco logici e per questo avevo rimandato i lettori ad un secondo appuntamento per verificare meglio alcuni dati.
Eccoli, dunque. 
Una delle questioni più clamorose è fornita dal vero e proprio tonfo dei crediti che ATM vantava nei confronti del Comune. 
Cioè ATM pretendeva dal municipio ben 20,6 milioni di euro nel 2013. Crediti che avevano già avuto una sensibile decurtazione con l’intervento dell’Organismo straordinario di liquidazione (OSL) in sede di computo del dissesto passando a 11,9 milioni di euro. 
L’ATM era obbligata ad accettare una riduzione così sostanziosa? Semplicemente, no. Avrebbe allungato i tempi dell’incasso, ma il Comune avrebbe comunque dovuto accantonare quanto proposto all’azienda e poi impegnarsi in una trattativa con ATM per trovare una soluzione. 
Perché non l’ha fatto? Perché ATM non ha difeso i propri crediti? Penso che abbia dato retta al proprietario pro-tempore, cioè il Sindaco di Alessandria o al più a quello di Valenza, avendo anche
la città dell’oro una piccola percentuale di proprietà nell’azienda dei trasporti. E così ha perso d’un colpo crediti, senza vedere conseguentemente ridotti i suoi debiti.
Ma le cose sono peggiorate. 
Come? Pensate ora ad un proprietario taccagno che non vuole far fronte ai propri debiti con un suo inquilino e avrete una prima idea di ciò che può essere successo.
Infatti nel 2015 – almeno fino al 30 novembre – si passa dai precedenti crediti per 11,9 milioni ai finali 2,8. La perdita in tre anni è stata di quasi 18 milioni! Cioè il Comune ha potuto evitare di pagare i suoi debiti nei confronti di ATM per circa 18 milioni di euro. È un’enormità.
Non sono però così gretto da ritenere che il Comune abbia esclusivamente chiesto di cancellare i suoi debiti e neppure pagato un euro. Fosse così sarebbe incredibile, ma qualche euro è sicuramente stato girato ad ATM. Certamente so, dalle carte di bilancio, che tra il 2013 e il 2015 vi è stata una svalutazione di crediti pari a 13,5 milioni di euro.
Cosa significa? Che il Comune, che nel suo bilancio 2015, aveva una consistente cifra di debiti nei confronti di ATM, se li trova oggi cancellati. Insomma, salva il bilancio 2016, che, se costruito sulla falsariga di quello del 2015, non avrebbe potuto stare in equilibrio.
Ma forse il punto non sta qui, anche se il motto “mors tua, vita mea” pare trovare applicazione da parte di Palazzo Rosso.
Sta invece nel fatto che ATM si trova spogliata di crediti che magari poteva incassare chissà quando, ma che costituivano un piccolo tesoretto, al punto da poterli utilizzare come fanno le aziende di tutto il mondo: scontandoli in banca, oppure agendo con prodotti finanziari più sofisticati come il factoring o il factoring gestionale. Tutti strumenti costosi, certamente, ma assai meno onerosi di una cancellazione così consistente. Si pensi che solo nel 2015 il Comune di Alessandria ha ricevuto da ATM un regalo per cancellazione crediti pari a 4,4 milioni di euro!
Risultato? ATM in liquidazione e Comune che può vantare di dichiarare ancora una volta di aver effettuato il suo risanamento. 
Non è ancora così, se si devono sottrarre risorse alle partecipate che già stanno male per conto loro (ATM è strutturalmente deficitaria per definizione: ricordo che il valore di abbonamenti e biglietti può essere valutato a non più del 10% del fatturato. Ed è tutto detto), ma almeno potrà essere detto e ancora una volta, magari, trionfalmente titolato.

Piercarlo Fabbio



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