Italia: il percorso tattico di Conte
Antonio Conte è da poco meno di due anni Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Calcio e, tra pochi mesi, cominceranno quelle sfide dalle quali dipenderà gran parte del suo operato. Dopo 16 gare in un anno e mezzo, ora all'Italia mancano quattro amichevoli e tre partite ufficiali prima della fine della sua avventura.
9 vittorie, 2 sconfitte in 16 gare giocate; 23 gol fatti e 14 gol subiti. Ma, se si prendono in considerazione soltanto le gare ufficilai giocate, per Conte il bilancio è di 7 vittorie, 3 pareggi in 10 sfide ufficiali con 16 reti prodotte e solo 7 subite. Dal suo arrivo, la Nazionale Italiana ha perso soltanto contro Portogallo e Belgio in amichevole.
Arrivato nell'estate 2014 è subito ripartito dal 3-5-2 che aveva fatto le fortune della Juventus; ma dopo il 2-2 conquistao in Bulgaria nel mese di marzo del 2015, ha cambiato modulo optando per il 4-3-3. Conte è ripartito dalla difesa a tre, costruendo la sua Nazionale su un modulo conosciuto a memoria dal blocco degli juventini presenti in Nazionale. Tutto ciò ha permesso di presentare una Italia molto ben impostata già dalla prima amichevole contro l'Olanda.
Alle certezze difensive garantite dal 3-5-2 si sono affiancate alcune perplessità dovute agli uomini che interpretavano il modulo di gioco: due attaccanti come Immobile e Pellè possono essere considerati certezze soltanto in parte; sugli esterni di centrocampo il Ct ha avuto delle diffcoltà a trovare interpreti in grado di ricoprire il ruolo dando un buon apporto in entrambe le fasi.
Il Ct è passato al 4-3-3; il cambio di modulo ha provocato la perdita di un esterno difensivo per avere un esterno di spinta. Le uscite più convincenti dell'Italia sono state con Eder o El Shaarawy, a fare l'esterno di sinistra e Candreva al cross dalla destra: 4-5-1 in fase difensiva e 4-3-3 in fase di spinta.
Dal 3-5-2 al 4-4-2: il percorso della Juventus attuale ci insegna ad adattarsi tra fase difensiva e offensiva, slittando da un modulo all'altro a seconda delle situazioni delle partite.
PAOLO BARATTO
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