Renzi Enews 436, Venerdì 15 luglio 2016

Renzi Enews 436, Venerdì 15 luglio 2016
1. Il dolore di Nizza

Le immagini che provengono da Nizza strozzano in gola le parole, bloccano le dita sulla tastiera. Dolore, commozione, solidarietà. Ma anche la voglia di reagire perché come ha detto il Presidente Hollande "la Francia è colpita, ma è e sarà più forte dei fanatici". Mai come oggi ci stringiamo ai nostri fratelli d'Oltralpe, colpiti proprio nel giorno della Festa Nazionale, il 14 luglio. E l'idea che le vittime di questi attentati siano anche bambini che erano con le loro famiglie a fare festa rende il dolore - se possibile - ancora più forte. Dal canto nostro in queste ore tutte le strutture preposte sono al lavoro. La Farnesina, con l'Unità di crisi per i nostri connazionali a Nizza e le loro famiglie su cui stiamo facendo le necessarie verifiche. Il Viminale, che sta lavorando sia sulle frontiere che sulla pianificazione interna. I servizi dell'intelligence, che svolgono meticolosamente il loro lavoro. Nella giornata di lunedì incontreremo i capigruppo di maggioranza e opposizione per condividere con loro - nel rispetto dei ruoli - lo stato dell'arte.
Ma al di là delle doverose iniziative governative rimane un senso di dolore e di rabbia vedendo le immagini che arrivano dalla Francia. Da Nizza siamo abituati a ricevere cartoline di bellezza, non le immagini di morte con una bambola abbandonata accanto a un passeggino distrutto. Reagire è un dovere morale. Non lasciare soli i francesi è l'impegno dell'Italia e di tutta la comunità internazionale.


2. Lo scontro dei treni in Puglia
Immagini di morte in questa settimana arrivano anche dall'Italia, purtroppo. La strage dei treni in Puglia ha scosso molti di noi, ma ha soprattutto distrutto la vita di oltre venti famiglie. I giudici indagano come è giusto sulle cause. Da parte mia ho volutamente scelto di evitare con cura ogni polemica: non è il tempo delle accuse, non è il tempo degli sciacalli. Lasciamo che i magistrati facciano il loro lavoro, punto. Ho però voluto testimoniare la nostra vicinanza al popolo pugliese e ai soccorritori andando la sera stessa a Corato e incontrando poi in prefettura a Bari le autorità del territorio. Mi hanno colpito tante storie che mi sono state raccontate in così poco tempo. Il poliziotto, gli studenti, la prossima sposa, anziani e giovani con il loro carico di speranze e difficoltà: non erano numeri, erano persone per le quali occorrerà che almeno sia fatta giustizia. 

Mi ha colpito la generosa passione soprattutto delle donne e degli uomini che con una divisa o semplicemente da volontari hanno mostrato il volto migliore dell'Italia. In particolar modo tengo tatuato nel cuore il racconto che mi hanno fatto i due vigili del fuoco che hanno estratto dalle lamiere, vivo, il piccolo Samuele che ha compiuto sette anni proprio in questi giorni. Il modo con il quale lo hanno cercato di tranquillizzare, parlandogli di Sam il pompiere, facendogli vedere i video sul
telefonino, calmandolo e poi salvandolo. Quando l'ho abbracciato per ringraziarlo - a nome di tutti noi - mi ha detto "Abbiamo fatto solo il nostro lavoro". Mi sono emozionato e commosso. Come sono stato colpito dalle immagini dei pugliesi che si sono messi in fila per donare il sangue, in silenzio. Anche questa è l'Italia.

3. Il cammino verso il Referendum
A dispetto dell'allarmismo di alcuni, il comitato "Basta un sì" ha depositato circa 600.000 firme in Corte di Cassazione. Voglio solo dire grazie a chi ha reso possibile questo obiettivo importantissimo. Non era facile, e non è un caso che il comitato per il No abbia fallito nella raccolta firme, ma era giusto e doveroso. Ogni giorno che passa cresce il numero di chi ci dà una mano (siamo a quota 60.000 euro di contributi dal basso, una cifra straordinaria che dà il senso di una partecipazione anche economica fatta da piccole cifre ma da grandi numeri, e ne siamo felici, molto felici). Ogni giorno che passa diventa più chiaro che il referendum è sulla Costituzione, sulle competenze delle Regioni, sul funzionamento del Parlamento e non su altro: questo ci aiuta molto a crescere nei consensi, coinvolgendo anche persone che magari non sono del PD o non sono mie sostenitrici ma che capiscono la rilevanza storica di questo passaggio per l'Italia. Vi prego di darci una mano, segnalando la vostra disponibilità iscrivendovi alla rete dei comitati o alla piattaforma social. Basta un sì per cambiare l'Italia, ma abbiamo bisogno del vostro sì.
Varie
  • Sono stato al Corriere della Sera, intervistato in pubblico da Beppe Severgnini. Per chi vuole qui c'è il video integrale. È un po' lungo ma spero utile
  • Sono stato anche ospite di RTL 102.5 e qui trovate il file audio-video
Pensierino della sera.

Ieri la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il primo provvedimento organico contro la povertà della storia repubblicana. Parliamo di 1,6 miliardi in due anni. La filosofia è quella di coinvolgere quante più persone in difficoltà possibile dando loro un aiuto ma invitandoli a mettersi in gioco, a cercare lavoro, a non arrendersi. Per noi questo è il punto chiave. Io, Stato, ti aiuto. Ma tu mettiti in gioco, non startene solo ad aspettare che qualcun altro ti risolva il problema. Dunque: non reddito di cittadinanza, sussidi e decrescita felice, ma crescita, pari opportunità per tutti e rete di sicurezza se uno non ce la fa. C'è una bella differenza con altre proposte. Non è un caso se questa misura sulla povertà cui vanno aggiunte le scelte del JobsAct, l'istituzione dell'ANPAL, la riforma del terzo settore, i soldi per la povertà educativa, gli investimenti sulla scuola segna uno dei pilastri di quello che abbiamo definito "Cantiere Sociale". L'Italia è anche il suo associazionismo, la sua solidarietà, il suo volontariato, i suoi educatori. E - da quando entrerà in vigore la legge, dopo le prossime letture - anche la sua misura concreta e importante contro la povertà. Dopo anni di attesa anche in questo settore finalmente è #lavoltabuona.

Un sorriso anche se sorridere oggi non è facile. Perché quelle immagini continuano a rimbombare nella testa e fanno male. Ma i terroristi non l'avranno vinta, mai.


Un sorriso,

Matteo

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