TRITTICO ESTIVO di Izabella Teresa Kostka

by Izabella Teresa Kostka 
LA CALURA
Il mio letto è un'isola ostile,
abbondante di scogli e pungente ghiaia,
navigo nel deserto d'un lenzuolo
travolta dall'atroce calura estiva.

Due schegge, le pupille sotto le palpebre di fuoco,
invano cercano il dovuto riposo,
le membra già arse nello scirocco
scolpite dal morso della stanchezza.

Sono un prato privo di erba
sospeso nell'aria tra giorno e notte,
senza il sollievo d'una fresca brezza
annaffiato soltanto con aspro sudore.

Stordita dal canto delle cicale
m'avvolgo nei sussurri delle zanzare,
mi svelano i segreti dei borghi antichi
profumati di spezie di piena estate.

Chiudo gli occhi
dalla spossatezza sconfitta, 
sognando un tocco del gelido inverno.

IN CITTA'
Odo le voci della città al pigro risveglio, 
racchiuse ancora nella timidezza,
indecisi bisbigli della metropolitana
con gli occhi annebbiati, tinti di sonnolenza.

Milano, 
ti vedo esausta stamattina, 
provata di notte dal solleone diurno, 
dal volto truccato dalla polvere grigia,
dalle labbra seccate dallo sbuffo di Caronte.


Dammi la mano, abbi coraggio,
cammineremo insieme per i viali spaziosi, 
t'insegnerò a guardare oltre le vetrine,
ad ascoltare i canti dei marciapiedi.

Ti farò ritrovare la perduta speranza
sorvegliata dalle ombre delle cattedrali.

LA TEMPESTA  
Finalmente sei arrivata,
colma di forza,
placando il fuoco
con cascate d'acqua, 
togli la febbre da questa terra
già arsa, esausta da un lungo malore.

Cammino scalza nel tuo abbraccio, 
spogliando le membra di folle arsura,
frustata dal vento e dalla pioggia
ritrovo il brivido del fresco piacere.

Ti venero Tempesta!

Quell'estasi che sfiora la pelle in fiamme
stordendo con tuoni ogni ragione,
sorride il cielo squarciato dai lampi
liberato nell'urlo dal torrido calore.

Si spalancano le porte del paradiso
donando al mondo la resurrezione


(tratto da "Sulla battigia della vita" 2015, diritti riservati)

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