Cambio della guardia nel PD alessandrino...

by Pier Luigi Cavalchini http://www.cittafutura.al.it
Il completamento di un "percorso lineare" . Tutt'altro che un "voto bulgaro".
Prima i numeri. Una ventina di giorni fa, dopo la relazione del segretario del PD uscente Massimo Brina si ebbe una prima votazione con una ventina di “amministrativi” contrari alla relazione di avvio seduta e pochi (tre o quattro contando gli astenuti) sulle posizioni del segretario. Giocoforza giungere ad un chiarimento che, puntuale, è arrivato. Ora il dato è inequivocabile (37 favorevoli al nuovo segretario cittadino – Daniele Coloris – su 37 votanti) rafforzato dalla consistente percentuale rispetto alla totalità degli aventi diritto,37 su 48 membri in tutto. Erano 50, all’inizio della avventura amministrativa della Giunta Rossa, ora- per motivi del tutto naturali – sono 48 stabili. Perciò, si è passati da meno della metà degli aventi diritto presenti (ultima segreteria Brina) all’ottanta per cento circa attuale. Una votazione “bulgara” si sarebbe definita in altri tempi… In realtà le cose stanno diversamente e tutto va riportato alla presa di distanza espressa da alcuni consiglieri comunali e due assessori rispetto allo scarso entusiasmo – effettivo o “percepito” – della segreteria M. Brina nei confronti di alcune scelte della Giunta Comunale alessandrina. Un dibattito interessante che ha visto, da parte dei 340 iscritti comunali (su circa duemila in tutta la provincia), un aumento di interesse e di partecipazione alla politica attiva. Gli organismi dirigenti del PD, ma anche – e soprattutto – i militanti di base, si rendono ben conto di quale sia la posta in gioco e che, con passi avventati, si rischierebbe di distruggere quanto di buono è stato costruito in questi anni.
Di questa Giunta ho già avuto modo di argomentare in altre occasioni, per cui mi viene facile riassumere per sommi capi quali sono stati i passaggi cardine che hanno portato alla scelta di venerdì 29 luglio, presso la sede PD provinciale di Via Inviziati. 

Il gruppo di persone che fa direttamente parte della Giunta o che, in qualche modo, ne supporta le scelte di fondo, ha origine negli uffici della Provincia di Alessandria che videro protagonista l’attuale Sindaco come Assessore alla Cultura, una quindicina di anni fa circa. Di lì, da  quel consesso di cittadini appassionati alla politica, discendono le scelte prioritarie su Marengo, sul Museo del Cappello, sull’idea di “museo diffuso” piuttosto che di strutture dedicate così com’era fino agli anni Novanta dello scorso secolo, come anche l’intenzione di mettere mano ad un piano di semplificazione di “partecipate” e simili. Di lì l’accettazione di una serie di scelte scaturite dalle Giunte Calvo e Fabbio, con ponte Meier, rivalutazione di Borgo Rovereto, palazzo Libeskind e nuovi supermercati in aree strategiche a farla da padrone. E’ utile far riferimento (per capire il momento attuale) anche alla copertura che l’allora ministro Rutelli assicurò alla Giunta Leghista della dott.ssa Calvo,  per permettere un più veloce riscatto del la città dall’ alluvione del ’94. In quesi passaggi ci stanno le scelte minimali di messa in  idraulica della città con il solo intervento sul “nodo” cittadino. Di lì, infine, la ricerca di una “alleanza fra persone per-bene”  che rifuggono l’antipolitica, evitano di ricorrere alla Magistratura ove possibile e, di fatto, costituiscono il nocciolo duro dell’attuale (e futuro) elettorato della Giunta Rossa.
Resta da mettere in luce cosa veramente successe durante l’ “interregno Scagni”, con un esecutivo spesso isolato e in difficoltà,  con il “consesso di politici” che già stava preparandosi per il dopo e che quindi fece ben poco per migliorare la percezione di quel tipo di Giunta di CentroSinistra. Eppure alcuni, importanti, protagonisti sono ancora gli stessi di oggi. Ai tempi di Mara Scagni c’era Enrico Mazzoni assessore ai Lavori Pubblici, con Gian Carlo Cattaneo ViceSindaco collegato a deleghe importanti. C’era Roberto Livraghi, con tutto il suo “peso” particolare a cui aggiungere l’ovvio “canale preferenziale” con la Camera di Commercio. L’incarico di quest’ultimo era alla “Cultura” ma,  come dimostrato dalle recenti manifestazioni su biciclette e sulle occasioni di rilancio del commercio, si tratta di una “presenza in continuità” che ha trovato un ulteriore incremento nella rivitalizzazione di un “ambientalista” (oltre tutto dipendente della Camera di Commercio) come Mauro Cattaneo. Insomma, l’albero che ci troviamo di fronte, e che mano a mano si  è rinforzato con gli apporti dei partiti più piccoli in coalizione, affonda radici ben salde che riescono a condizionare persino le granitiche strutture tecniche comunali oltre ai maitre à penser del centro sinistra regionale e nazionale.
Un “esecutivo”, pertanto, non di partito e nemmeno risultante dai contributi mediati dei vari partiti di maggioranza; si tratta di qualcosa di nuovo, più vicino alla “società civile” della Rete di Parisi che a organizzazioni strutturate così come le abbiamo conosciute. In sostanza il “partito” conta poco e su tale considerazione occorre ragionare.
Di questa pericolosa dicotomia, per il resto riscontrabile anche a livello di coalizione nazionale, si rende ben conto il neo segretario cittadino Daniele Coloris che ha voluto sottolineare come la compattezza del voto rappresenti la voglia collettiva di sostenere chi, in prima persona, ha dovuto affrontare le terribili prove dei trucchi di bilancio (con successivo dissesto) confermando – spesso – scelte ed opere volute dalle amministrazioni precedenti a cui era difficile dare diverso esito. E qui siamo alle continuità di scelte (tra  l’autonoma convinzione e la “forza maggiore”) di cui si argomentava prima.
D’altra parte questa nuova fase, che culminerà nelle “amministrative”  del 2017, ha già un fitto calendario di impegni: entro metà agosto ci saranno più riunioni con le varie componenti di maggioranza per definire contenuti e modalità di realizzazione delle ultime proposte di consiliatura, già con un occhio all’ormai prossimo programma elettorale 2017-2022, a inizio settembre (sicuramente entro il 10) si terrà l’assemblea di tutti gli iscritti al Partito Democratico (340, come già detto) con un ordine del giorno presumibilmente ricco. Dalle “Primarie” non ancora archiviate (è stata la stessa Sindaco Rita Rossa a ribadire che “se il Partito lo riterrà utile si metterà volentieri in gioco nel confronto con altri possibili candidati”) all’organizzazione interna del partito,fino  alle “modalità di supporto non da megafono dell’Amministrazione (1)” a consiglieri e nuova Giunta futura.
Pare invece rimessa in discussione l’idea di affidare ad uno studio esterno “super partes” il non semplice compito di valutazione dell’operato dell’attuale Giunta.
Resta il fatto che, come già scrissi in un editoriale di più di due anni fa, ci troviamo di fronte ad una delle compagini amministrative più solide e organizzate degli ultimi cinquant’anni. L’ansia di modernità (presente in molte scelte non solo culturali), il voler “girar pagina” rispetto ad un sistema politico ritenuto vetusto sia nelle componenti di maggioranza che di minoranza, l’attenzione al mondo giovanile, la ricerca – comunque – di un accordo con le parti sindacali pur in presenza macigni come ATM e AMIU, ne sono alcuni dei tratti più evidenti. Restano le scelte di fondo, a volte opinabili, alcune “ereditate” (vedi Ponte Meier e connesso  PISU) altre direttamente lasciate alla prossima consiliatura (Piano Traffico, PUMS, revisione Piano Regolatore, nuovo Piano Rifiuti, Piano del Verde Pubblico) sperando in una continuità di gestione. Una compagine che ha operato scelte, ha stabilito priorità e ha deciso (si spera in modo “collegiale”) di rimandarne altre a tempi migliori, per esempio ad elezioni acquisite. E qui, in conclusione, il pensiero va a due iniziative, a due scelte, a due “esemplificazioni del fare” che potevano e dovevano essere fatte meglio. Il primo è il progetto di Teleriscaldamento allargato a tutta la  città con quasi sessanta chilometri di strade interessate e decine di migliaia di impianti, senza un chiaro beneficio per il cittadino, l’altro il discutibile intervento di “rappezzatura” di Viale XX Settembre che, se operato con i vecchi bagolari “reduci”, dovrà essere rivisto a breve, se – invece – dovesse già subire una trasformazione radicale "subito", sarebbe – seguendo i progetti esecutivi – totalmente diverso per impatto visivo e caratteristiche di fondo, con conseguente difficoltoso gradimento da parte della cittadinanza.

In Commissione Consiliare, su entrambi i punti, non c’è stata chiarezza, anzi… Ed è proprio questa volontà di autosufficienza, questo non voler condividere (o comunque far fatica a condividere) scelte importanti a caratterizzare in negativo l’operato della Giunta. Una “tensione continua” con periodici eccessi di nervosismo, che non aiutano il confronto e, paradossalmente, vanno ad alimentare chi fa della “polemica strumentale” il suo principale (unico?) cavallo di battaglia. Il Consigliere Regionale Domenico Ravetti, presente all’importante incontro del 29 scorso, si è soffermato su questi aspetti, che solo apparentemente sono di forma e non di contenuto, invitando tutti alla massima trasparenza e comprensibilità nelle scelte. Un consiglio che facciamo, volentieri , nostro e che vorremmo vedere applicato nella prassi amministrativa quotidiana.

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(1) L'inciso è direttamente ripreso da una dichiarazione del neo eletto Segretario Daniele Coloris.

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