La pista ciclabile di via Pavia, le polemiche continuano...

"nessuno spiega perché la pista ciclabile è stata invece asfaltata e finita con tanto di segnaletica orizzontale": la spiegazione è semplice: quella non è una pista ciclabile. 
Tale non può essere definita per la sua ridicola lunghezza di poche decine di metri e per il fatto che non porta da nessuna parte. 
Non è stata realizzata per essere usata dai ciclisti, ma è solo un imbellettamento dell'area di poche decine di metri attorno al ponte meyer. 
In altre parole è una presa per i fondelli dei cittadini, uno specchietto per le allodole, un inutile cornicetta in vista dell'inaugurazione del ponte. 
E questo spiega il motivo per cui, pur non essendo utilizzabile, è già bella rossa con tanto di segnaletica orizzontale: è solo una patetica messa in scena per la foto ricordo.

#nonsololampioni Ecco come si interrompe improvvisamente dopo poche decine di metri la nuova cosiddetta "pista ciclabile" di via Pavia. Tutti si sono concentrati sullo scandalo dell'asfaltatura realizzata prima di togliere i lampioni dal tracciato. 
Ma il vero scandalo consiste nello spacciare per pista ciclabile un aborto di pochi metri, che non porta da nessuna parte, che si interrompe improvvisamente - addirittura con un gradino in granito - realizzata nonostante le ripetute richieste di confronto da parte delle associazioni di cittadini con l'amministrazione e le proposte alternative circostanziate e motivate che non hanno mai ricevuto risposta. 
Si è preferito invece convalidare un intervento totalmente inutile ed esclusivamente "d'immagine", che ora sale alla ribalta delle cronache "grazie" al dileggio della rete. Purtroppo della effettiva funzionalità dell'intervento non interessa a nessuno.

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