Sotto le clessidre che portano la pioggia, by Giuseppe Scolese

by Giuseppe Scolese
Sotto le clessidre che portano la pioggia, cadono i secondi
in minuti granelli di sabbia.
Il giorno del mio sessantesimo
compleanno l'ultimo granello s'era inceppato in maniera
naturale.
Perchè nulla vi è di innaturale nel corso degli
accadimenti.
Domani o un altro giorno, non importa, mi
addormenterò sull'erba che amo, stringendo nel pugno
l'ultimo sogno.
Un grano di tenera terra profumata di bosco.
Spero che siano tanti i bambini che calpestando l'erba
avvertiranno gli antichi passi del nonno, e ascolteranno
come fosse il suono magico dell' OM il mio grido di stupore
per la vita.
Avete visto scorrere i fiumi della mia terra interna,
le ossa che sono state montagne e colline, gli occhi
a forma di lago, circondati dagli alberi immensi delle ciglia.
Vi farò il solletico o bimbi, con i miei fili d'erba sotto i vostri
piedi, e vi racconterò del mistero e delle favole, dei grandi
e sconfinati progetti d'allegria, vi soffierò nella bocca i suoni
e i canti dei semplici.

Vi nasconderò la tristezza e il desiderio
del mondo, perchè ho sempre voluto essere un filo d'erba
che stretto fra le dita producesse con l'aiuto del vento e della
bocca mia, un suono di stupore e meraviglia.
Ascolterete allora il miracolo dell'erba, vedrete correre la formica,
cantare la cicala e il grillo, brillare la lucciola, scavare la talpa,
strisciare il lombrico. 
Vedrete la luna e le stelle scendere ogni sera e accendere
le loro fiammelle per dire ancora una volta e ancora e ancora
e ancora......siete fatti di terra e di vento, di materia e di amore.
giuseppe scolese





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