Venere era distesa, Loredana Mariniello

Venere era distesa
in un maestoso baldacchino,
sorridevano maliziose
le sinuose membra
delicatamente adagiate
su un niveo lenzuolo.
Uno sguardo sornione
mi scrutava da vicino,
quasi a presagir l'anima
con la sola forza del pensiero.
Dal cielo in uno spoglio letto
discendesti come un angelo 
in volo e ricolma d'amore
per me ripudiasti ali e velo 
sacrificandoti ad un insano desiderio
salvasti quest'animo mio impuro.

Ammantata in una celeste trapunta
di evanescenti costellazioni
eri una splendida stella
un lume acceso
sulle mie più celate emozioni,
una folgore improvvisa
su sprovvedute, inesplorate senzazioni.
Dinanzi ad ogni reciproca indagine
i nostri corpi inermi,
risucchiati da una voragine,
tornarono all'origine
nel mescersi inghiottiti 
da una vorticosa vertigine
l'un nelle braccia dell'altro
ci amalgamammo
in un solo spirito
agli occhi del mondo
nuovamente vergine.
In quel carnale magma
per sempre si sciolse l'enigma,
e di una sacra unione
fu declinato il paradigma.




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