Filiera Harmony: dal progetto alla realtà

Filiera Harmony: dal progetto alla realtà
Speculazione ed etichettatura trasparente sono stati i due argomenti che hanno fatto da comune denominatore al convegno dedicato alla filiera del frumento tenero.
Accanto ai dati tecnici e alle analisi delle flessioni di mercato è stato inevitabile soffermarsi sulla necessità di portare in tavola prodotti da forno e pasta rigorosamente Made in Italy. Una risposta di valorizzazione del frumento tenero è arrivata da un primo bilancio, a due anni di distanza, dal lancio del progetto di filiera del grano buono Harmony: una programmazione destinata ad aumentare in termini di consensi ed ettari, per permettere nuova competitività alle aziende in modo concreto e per continuare a portare la battaglia della rintracciabilità. A questo proposito, è positiva la reintroduzione dell’obbligo di indicare nell’etichetta dei prodotti alimentari lo stabilimento di produzione che va però al più presto accompagnato anche dall’indicazione obbligatoria della provenienza di tutti gli alimenti come ha chiesto il 96,5 per cento degli italiani sulla base della consultazione pubblica on line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf.

L’entrata in vigore la legge di delegazione europea 2015 prevede regole anche per l'etichettatura degli alimenti che l'Italia dovrà adottare entro 12 mesi. La scomparsa dell’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione era stata provocata dall’entrata in vigore il 13 dicembre 2014 delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori del Reg. UE 1169/2011. Tale regolamento consente però ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. Questa opportunità che è stata ora colta per l’indicazione dello stabilimento di trasformazione e di confezionamento deve essere ora sfruttata anche per l’origine della materia prima impiegata come chiede il 96,5 per cento dei consumatori che ritiene necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta dove ancora manca, dai salumi alle conserve vegetali, dai succhi di frutta fino alla pasta.     
Roberto Paravidino
Presidente Provinciale
Coldiretti Alessandria




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