GIACIGLIO D’ERBE E FELCI, Gianni Regalzi


GIACIGLIO D’ERBE E FELCI

C’è verde, verde, tanto verde intorno
Riflessi solo a spicchi nel fogliame
e un lieve sussurrare di cicale
rammentano che ormai è giunta l’ora.

D’incanto tutto tace, ma dal bosco
sento un lamento, sembra di bambina.
Mi pare di capire:
“Non voglio più star qui, lasciami andare”.

La vedo in lontananza, ha gli occhi strani,
mi si avvicina con le braccia tese,
non è una bimba, è un essere Silvano.

La pelle è fatta a scaglie, braccia a rami
coperta solamente d’erbe e felci.
Non so che cosa fare, il tempo è muto
e il mio pensiero vola all’infinito.

Lampi lontani, schegge di ricordi,
spiaggia deserta e Lei distesa al sole,
luci di perle sparse sulle pelle
e suoni, dolci suoni d’arpe e viole.


Violenta e minacciosa un’onda avanza
e con il suo ruggito mi travolge.
L’acqua è dannata, breve si fa l’aria
e tutto quanto attorno si scolora.

La luce affievolisce, avanza il gelo,
ma braccia fatte a rami
m’avvolgono e mi portano alla riva.

Lei non c’è più e la sua pelle a perle
si è trasformata in vano desiderio
…e l’essere Silvano mi sorride.

Trilla la sveglia, è stato solo un sogno,
dalla finestra filtra un lento raggio,
ma all’angolo ancor buio della stanza
c’è un ramo che assomiglia ad una mano
posato su un giaciglio d’erbe e felci.

Alessandria, 12 Tammuz 5775 (29/6/2015)
Gianni Regalzi 
(da “Silenzi e Pensieri” dir.ris.)

(Foto da Google immagini)





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