LA BAMBOLA E LA BAMBINA, Loredana Mariniello

LA BAMBOLA E LA BAMBINA
(14/07/2016)

Mi avevi appena adottata.
In un'atmosfera magica e fatata,
cullandomi dolcemente,
piano mi sussurravi all'orecchio
favole surreali di antichi, leggeri
castelli sospesi tra le nuvole.
Con stupore osservavi la beltà
di quei pomposi fuochi d'artificio
esplosi nell'aura tersa di un cielo sereno
ad illuminar le placide onde 
di un notturno mare fiero.
La gioia era disegnata vivida
nel fondo dei tuoi occhi,
sinceri e trasparenti
come limpidi specchi.
La mamma, con calore,
ti teneva la manina,
di tanto in tanto, carezzava
la tua folta chioma,
mentre spuntava fragoroso
su quel delicato e innocente viso
un fiducioso sorriso.
Garrula d'acqua
vivace e impetuosa,
era la tua soave voce,
sublime melodia
di un infinito canto di pace.
Forte mi stringevi al petto,
tanto che del tuo generoso cuore
riuscivo ad udir l'eco
di ogni piccolo e irruento battito.

Trasfiguravo come d'incanto
e con la fantasia, da bambola
mutavo in bambina
tra le esili alate braccia
di una graziosa, minuscola falena.
Un volto di bimba che ride 
rasenta l'immagine fugace della felicità
da serbar cara nella memoria
e rimembrar per tutta l'eternità,
come può un mostruoso essere umano,
d'un tratto, spegnerne la luce
senza provar nessuna pietà ?
La bianca anima di un bambino
è uno sterminato e florido giardino
con aiuole variopinte di mille meravigliosi fiori,
una volta celeste in cui librano liberi
interi stormi di rondini in volo
alla ricerca di un radioso futuro.
Vergine è la purezza,
scevra di ogni peccato,
non conosce la malvagia dell'odio,
il perdono le fa sempre da scudo.
L'estate impregnata di alata freschezza,
il leitmotiv di quella bella festa.
Un leggero vento, olezzo di ciclamini,
salutava la partenza dei gabbiani.
La privilegiata e beata condizione
di chi vive in un etere
permeato di emozione.
Mutò di colpo, tale fervida fortuna
in brutale e imprevista dannazione.
Tra stelle opalescenti,
la disgrazia faceva irruzione.
Quanto può essere breve
il passaggio da un polo
all'altro dell'esistenza ?
Come può in un giorno di festa
scatenarsi la tempesta ?
Cosa passa in un attimo
per la testa di un individuo impazzito ?
Conosce l'uomo il senso della vita ?
Come può sopprimerla
e macchiarsi di un così grave reato ?
Un folle alla guida di una bestia metallica
ti ha volutamente investita,
leggiadra colomba immacolata.
Falciata, lungo la Promenade des Anglais
dell'elegante Nizza ti sei sdraiata.
Più e più volte ti ho chiamata,
ma la mia invocazione,
tu, non l'hai mai sentita,
allora, rassegnata,
ti ho emulata,
ho chiuso gli occhi anch'io
e, fingendo di dormire,
accanto al tuo corpo inerme
mi sono adagiata.
Nel sonno, ti ho protetta
e vegliata per ore,
finchè qualcuno,
passeggiando tra le immobili membra
di un grumo di ombre
dalle ormai per sempre mute labbra,
non ti ha trovata
e commosso da quell'atroce scoperta
dignitosamente coperta
lasciandomi lì insieme a te , morta.
In una buia notte di terrore e paura,
saliva troppo presto in Paradiso
una serafica, angelica creatura.
Sul duro cruento cemento
di quella grande strada insanguinata,
un intenso profumo di tristi crisantemi
sostituiva l'essenza dei rosei e allegri ciclamini.
Dimentica di una malefica luna,
una vivace testina bruna
riposava mite tra le braccia del Signore
e felice sognava :
fraternitè, ègalitè, libertè ,
a mani tese, nel sogno
a tutti i bimbi del mondo
speranzosa offriva
e già più non soffriva
per il suo interrotto avvenire
per sempre obliato nella nebbia,
non sentiva più alcun dolore,
era nel colorato regno

dell'incondizionato amore.

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