10 motivi per votare SI al Referrendum Costituzionale, secondo Nicola Savi

10 motivi per votare SI al Referrendum Costituzionale, secondo Nicola Savi
by Pier Carlo Lava
Alessandria: Ricevo da Daniele Borioli Senatore del PD e pubblico, una considerazione di Nicola Savi, insegnante e Consigliere Comunale del PD di Alessandria con le motivazioni del perchè votare SI al referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016.

Daniele Borioli sulla sua pagina facebook scrive:
Nicola Savi è un insegnante, è un uomo da sempre impegnato nel campo del volontariato, che si interessa di politica nella sua comunità per spirito di servizio. Ha condensato nelle parole che seguono le ragioni per le quali voterà Sì al referendum. Non è un politico di professione, non è uno che, come me, vede le cose dal punto di vista di quella che in molti (troppi e troppo genericamente) chiamano "casta". Lo ringrazio per avermele inviate e sono onorato di renderle note.
La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
1. Perché sono superati i tempi e le ragioni del bicameralismo perfetto (1946 -1989).
2. Perché non ho paura di un governo più stabile, in grado di prendere decisioni e assumersene la responsabilità.
3. Perché il nuovo Senato dà un senso al nostro regionalismo disordinato.
4. Perché, avendola studiata, ne comprendo le ragioni, la coerenza e la necessità.
5. Perché non penso a Renzi ma al futuro delle mie figlie, mio e del mio Paese.
6. Perché sono stufo di arrancare dietro alla Germania e voglio sviluppare il mio Paese anche grazie ad un Governo in grado di governare.
7. Perché il Parlamento è obbligato a considerare le proposte di legge fatte dal popolo.
8. Perché con l’abbassamento del quorum i referendum popolari potranno essere validi.
9. Perché si aboliscono enti inutili.
10. Perché sarebbe un’altra occasione perduta.
La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 1
“Perché sono superati i tempi e le ragioni del bicameralismo perfetto (1946 -1989).”
La parte II della Nostra Costituzione, oggetto della riforma, è stata redatta tra il 25 giugno 1946 e il 22 dicembre 1947.
Settant’anni fa.
Non esisteva la televisione, ben pochi avevano il telefono, molti non avevano il bagno in casa.
Le ferite della guerra erano ancora sanguinanti, le violenze della dittatura dolevano ancora, il rischio di guerra civile non era escluso, Stalin imperava in URSS.
Era necessaria una forte presenza di parlamentari rappresentati del popolo per garantire lo sviluppo democratico del Nostro paese, una compagine di 945 uomini e donne divisi in due Camere (630 – 315) che svolgessero le medesime, identiche funzioni e si controllassero reciprocamente.
Rispetto ad oggi, diverso era il tessuto sociale ed il ruolo dei partiti politici.

Stalin è morto ed il muro di Berlino è caduto.
Abbiamo maturato una coscienza democratica.
È ora di fare un passo avanti verso una maggiore, efficace, responsabile governabilità del Nostro Paese.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 2
“Perché non ho paura di un governo più stabile, in grado di prendere decisioni e assumersene la responsabilità.”
A dire il vero, gli articoli relativi al Governo, di fatto, non sono toccati.
Tuttavia, l’effetto su una maggiore stabilità di Governo, pur se lieve, esiste.
Una maggiore agilità alla funzione esecutiva è data:
a. dalla presenza di un’unica Camera che concede e revoca la fiducia al Governo;
b. da una riduzione dei tempi di approvazione delle leggi;
c. dall’individuazione di un percorso privilegiato (più breve) per la discussione e votazione su proposte di legge del Governo (ddl).
Per il resto può dirsi che nulla cambi negli articoli tra il 92 e il 96.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 3
“Perché il nuovo Senato dà un senso al nostro regionalismo disordinato.”
L’Italia non è una Repubblica Federale, la Costituzione riconosce e promuove le autonomie locali ed il decentramento amministrativo.
Il nostro territorio è diviso in Regioni.
Già nel 1946 ci fu chi propose che il Senato fosse: “il Senato delle Regioni” ma prevalse in modo condiviso la scelta per il bicameralismo perfetto (o paritario).
Le Regioni furono istituite, con voto popolare, nel 1975 (30 anni dopo), nel 2001 (25 anni dopo) venne modificato il potere legislativo di esse (articolo 117).
Oggi si propone un senato delle rappresentanze territoriali (di 100 membri), allo scopo di coordinare più efficacemente i rapporti Stato/Regioni, rendere più omogenee tra loro le funzioni svolte dalle Regioni, e più uguali tra loro i cittadini delle diverse regioni in termini di diritti individuali e di servizi offerti.
L’articolo 3 della Costituzione afferma l’uguaglianza sostanziale dei cittadini; oggi riconosco ampie sacche di disuguaglianza. Anche sul piano territoriale.
Il Senato così modificato può operare efficacemente in direzione della realizzazione di una maggior uguaglianza.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 4
“Perché, avendola studiata, ne comprendo le ragioni, la coerenza e la necessità. “
Ho dedicato diversi giorni e molte ore alla lettura del testo delle riforma, al confronto con il testo tuttora vigente.
Ho riflettuto a lungo per darne una interpretazione quanto più autonoma e fondata sui contenuti veri della riforma.
Ho considerato i possibili sviluppi della sua applicazione.
Mi sono ragionevolmente e profondamente convinto;
a. della sua validità e della sua efficacia
b. della sua necessità (e forse urgenza)
c. del fatto che non devo temere il cambiamento, l’aggiornamento alle mutate condizioni storiche, sociali, politiche ed economiche nel terzo millennio
d. che voglio essere progressista e non conservatore.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 5
“Perché non penso a Renzi ma al futuro delle mie figlie, mio e del mio Paese.”
Io non voto
a. per o contro Renzi,
b. per o contro il governo,
c. per o contro un eventuale abbassamento dei costi della politica
d. per o contro Grillo, Berlusconi o Bersani
e. sulla legge elettorale
f. con la testa rivolta all’indietro
Io voto
a. per un cambiamento che non temo ma che auspico;
b. per un cambiamento adeguato ai tempi e alla realtà in cui viviamo;
c. per un cambiamento che favorisce una maggiore stabilità di Governo (e autorevolezza internazionale);
d. per un cambiamento che al tempo stesso stimola il “fare” e la conseguente assunzione di responsabilità;
e. per un cambiamento … “che se perdo questa occasione alla prossima sarò già vecchio”;
f. con la testa alta e lo sguardo rivolti al futuro.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 6
“Perché sono stufo di arrancare dietro alla Germania e voglio sviluppare il mio Paese anche grazie ad un Governo in grado di governare.”
basta la tabella!
GOVERNI ITALIANI DAL 1987 AL 2016
GOVERNI TEDESCHI DA 1987 AL 2016
1. Craxi II
2. Fanfani VI
3. Goria
4. De Mita
5. Andreotti VI
6. Andreotti VII
7. Amato I
8. Ciampi
9. Berlusconi I
10. Dini
11. Prodi I
12. D’Alema I
13. D’Alema II
14. Amato II
15. Berlusconi II
16. Berlusconi III
17. Prodi II
18. Berlusconi IV
19. Monti
20. Letta
21. Renzi
1. Kohl
2. Schroder
3. Merkel
COME STA OGGI L’ITALIA?
COME STA OGGI LA GERMANIA?
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 7
“Perché il Parlamento è obbligato a considerare le proposte di legge fatte dal popolo.”
Se è vero che il numero delle firme da raccogliere per presentare una proposta di legge popolare passa da 50.000 a 150.000,
è anche vero che in 70 anni di repubblica le proposte di legge di iniziativa, praticamente non sono mai state prese in considerazione.
Con la riforma, invece, l’articolo 71 stabilisce che:
«La discussione e la deliberazione conclusiva sulle proposte di legge d'iniziativa popolare sono garantite».
Affermo che:
se una proposta è ragionevole, condivisibile appoggiata dalla società civile, 150.000 firme possono essere raccolte con relativa facilità e le attestano forza, sostegno e riconoscono da parte del popolo.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 8
“Perché con l’abbassamento del quorum i referendum popolari potranno essere validi.”
Viene introdotta una valida possibilità di rendere i referendum abrogativi validi ed efficaci contrariamente al recente passato quando raramente si è raggiunto il quorum del 50%.
Qualora i proponenti raggiungessero il numero di 800.000 firme (non fermandosi alle 500.000 che restano pur sempre valide come oggi) il quorum si abbasserebbe al 50% delle percentuale dei votanti alla ultime elezioni politiche. Oggi potremmo dire: tra il 35% e il 40%.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 9
“Perché si aboliscono enti inutili.”
Non è inutile abolire “enti inutili”.
Non che il CNEL sia un ente inutile,
certamente inadeguato ai tempi ed alle mutate realtà sociali ed economiche del terzo millennio.
La riforma costituzionale

IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 10
“Perché sarebbe un’altra occasione perduta.”
Questa è l’occasione per scegliere il rinnovamento, l’occasione dell’adeguamento alla realtà di oggi:
alla luce di tutti i cambiamenti che ci distanziano enormemente dalle condizioni politiche e sociali del 1948.
 Il treno passa il 4 dicembre 2016.
 Se lo perdiamo, lo perdiamo.
 Mentre altre nazioni viaggiano ad alta velocità,
noi rischiamo di rimanere fermi in stazione per anni (come sempre).
Voto Sì
perché non ho più voglia di aspettare “Godot




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