Fidel Castro: Una Vita da Leggenda


Di Raoul Bianchini
Una vita leggendaria, come solo quella di un líder máximoFidel Castro è morto oggi dopo una lunga malattia: nato nel 1926, dopo gli studi in legge all' AvanaCastro tenta la via della politica nel 1952, ma il colpo di stato di Fulgencio Batista, con la cancellazione della tornata elettorale, cambia il corso della Storia. Passato alla lotta armata per opporsi alla dittatura, con il fratello Raul assalta il 26 luglio 1953 la caserma Moncada di Santiago de Cuba: condannato a 15 anni di carcere, si rifugia in Messico a seguito di un’amnistia nel 1955, dove avviene lo storico incontro con il rivoluzionario comunista Ernesto Che Guevara.
Ma l’appuntamento con la rivoluzione è solo rimandato al dicembre 1956, quando sbarcato sulla costa orientale dell’isola, a bordo dello yacht Granma, con il Movimiento 26 de Julio dà inizio alla guerriglia contro il governo dittatoriale di Batista. La vittoria, arriva nel gennaio 1959, dopo undici mesi di serrata offensiva: un tempo utile a creare un fronte di sostegno popolare che lo porterà a entrare all’Avana da leader conclamato.
La carica di primo ministro è assunta nel 1959 insieme a quella di comandante delle forze rivoluzionarie: ma la conversione a una piena adesione al comunismo è ancora lontana. Arriverà, a seguito di una serie di provvedimenti come la nazionalizzazione delle maggiori industrie dell’isola, al culmine di una serie di tensioni che annoverano anche un tentativo controrivoluzionario promosso dagli Usa nell’aprile del 1961.
Il nascente legame, sempre più stretto, con l’Unione sovietica porta Castro a diventarne un alleato chiave: è proprio il leader cubano a consentire all’Urss di costruire sull’isola basi missilistiche nucleari; un assist decisivo alla profonda crisi internazionale dell’ottobre 1962, con Usa e Urss sull’orlo della guerra, ma conclusasi con il ritiro dei missili Sovietici da Cuba e l’impegno statunitense alla non ingerenza negli affari interni.

Nel 1965, Castro diventa primo segretario del Partito Comunista Cubano, precedentemente battezzato come Partido unido de la revolución socialista cubana. Il legame con l’Urss rimane saldo e agli inizi degli anni Settanta culmina nell’adesione al Comecon. Sono gli anni Settanta a vedere anche il varo della Costituzione cubana nel 1976, ma anche l’assunzione della carica di presidente del Consiglio di Stato, che si assomma a quella di presidente del Consiglio dei ministri, di comandante in capo delle forze armate rivoluzionarie e di primo segretario del partito comunista cubano.
Nel 1991, con lo scioglimento dell’Urss, Castro, che si era contraddistinto nel decennio precedente come leader dei paesi non allineati, resta isolato dalla comunità internazionale ma soprattutto è costretto a gestire una terribile crisi economica in seno all’isola cui segue un inasprimento dell’embargo statunitense, nel 1992. Resterà al potere fino al 2006, quando cederà pro tempore al fratello il comando; un’azione di progressivo allontanamento dalle cariche pubbliche che viene portata a compimento solo nel 2008.
La morte di Castro arriva a pochi giorni dalla storica ripresa dei rapporti con gli Usa, che segna la fine dell’embargo sull’isola e un nuovo inizio nelle relazione tra i due Paesi. Con la morte di Castro si chiude un’epoca, di cui lo stesso Fidel ha rappresentato l’icona più importante, nelle vesti di architetto e custode dell’impianto ideologico della rivoluzione, ma anche di simbolo di una resistenza all’America di cui è stato, nel Novecento, protagonista assoluto e precursore per altri leader sudamericani, come Chavez in Venezuela.


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