Galletto castrato dalle carni tenere e delicate: autentica delizia per la tavola del Natale.

Gentili signore e signori,
ho appreso dai mezzi di informazione che nei giorni 11 e 12 Dicembre a Morozzo (CN) si svolge la “Antica Fiera del Cappone” http://www.capponedimorozzo.it/wp-content/uploads/2016/11/programma-2016.pdf patrocinata da Comune di Morozzo, A.T. Pro loco di Morozzo, Provincia di Cuneo, Regione Piemonte, Camera di Commercio di Cuneo, ATL Azienda turistica locale del Cuneese, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Riserva Naturale di Crava-Morozzo, e soprattutto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: un evento certamente di rilievo. Si legge sul sito web http://www.capponedimorozzo.it/ “Morozzo, piccolo paese dalle antiche origini, immerso nella campagna cuneese, è l’indiscussa capitale del Cappone, il delizioso galletto castrato dalle carni tenere e delicate, autentica delizia per la tavola del Natale. (...) L’antica fiera è soprattutto un appuntamento che valorizza e mantiene vive tradizioni, consuetudini ed un ricco patrimonio culturale di cui l’allevamento del “Cappone di Morozzo” è una preziosa eredità. Le donne sono depositarie del perpetuarsi di questa tradizione e per loro, in special modo, sono sempre stati motivi di vanto ed orgoglio i premi conquistati nel giorno della fiera, a coronamento di un paziente lavoro iniziato in primavera con la schiusa dei pulcini” 
Quindi bisogna ringraziare le donne per "(…) un galletto castrato chirurgicamente prima che abbia raggiunto la maturità sessuale e macellato ad un’età di almeno 220 giorni; dopo la capponatura deve essere ingrassato per un periodo di almeno 77 giorni. La razza utilizzata per la produzione del tradizionale “Cappone di Morozzo” è la nostrana biotipo scuro di Cuneo. Le caratteristiche morfologiche del “Cappone di Morozzo” sono il piumaggio lucente e variopinto, sinonimo di buona salute, testa piccola di colore giallo arancione, pelle di colore giallo indice di un congruo ingrassamento ed un peso variabile tra i 2 e 3 Kg”. 

Nel programma della fiera sono previsti laboratori per bambini/ragazzi: una mossa astuta per creare un vivaio di allevatori e consumatori ma non c’è nulla di educativo nel mostrare animali esposti in gabbie e smembrati in un piatto. E’ invece fondamentale trasmettere alle nuove generazioni il rispetto per la vita di esseri umani e non umani.
Annamaria Manzoni è psicologa e psicoterapeuta, ipnositerapista e grafo analista; iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia; autrice di libri e di articoli su riviste di psicologia. Si è fatta promotrice di un documento sulle valenze antipedagogiche dell’uso degli animali nei circhi, nelle sagre, negli zoo, sottoscritto da oltre 650 psicologi http://annamariamanzoni.blogspot.it/p/documento-psicologi.html
Alla fiera di Morozzo c'è una firma importante: “Dal 1999 il “Cappone di Morozzo” è stato dichiarato primo Presidio di Slow Food che, con questa iniziativa, ha inteso salvare e promuovere un prodotto agroalimentare qualitativamente eccellente e sostenere la piccola economia di un paese che da sempre lega il suo nome a questo animale ed alla fiera invernale!”. In perfetto stile slowfoodiano, basato sul mantra ossessivo del “buono, pulito e giusto”, ci si dimentica che uccidere un essere senziente non è affatto buono pulito e giusto.
In tutto questo tran tran dell'allevare e uccidere, ciò che colpisce maggiormente è la presenza sulla locandina del logo della Riserva Naturale di Crava Morozzo http://www.lipu.it/oasi-crava-morozzo-cuneo "(…) la prima area protetta nella storia della Lipu (con la dizione Oasi di Crava Morozzo). (…) rappresenta una zona umida di notevole importanza per la nidificazione e la sosta di numerose specie di uccelli (…) quali il Germano reale, la Folaga e il Tuffetto, (...) il Moriglione, la Marzaiola, il Mestolone, l'Alzavola, il Codone, l'Airone rosso e cenerino, la Nitticora, il Cavaliere d' Italia (…) il Mignattino e il Falco di palude (…) l'Usignolo di fiume (…) Beccaccia (…) Martin pescatore (…) Merlo acquaiolo (…) Piro Piro piccolo (…) il Gheppio, l'Allocco, la Civetta e la Poiana."
"Gli uccelli sono il simbolo, l’orizzonte della Lipu. La loro presenza, i canti, i voli, i colori rappresentano la bellissima speranza di un mondo migliore.": parole commoventi ma forse i canti, i voli, i colori dei capponi di Morozzo non sono la speranza per un mondo migliore visto che questi disgraziati animali sono destinati a morire per diventare gustose pietanze quali insalata di Cappone di Morozzo, Cappone arrosto al profumo di limone, Cappone di Morozzo in salsa ghiotta, Delizia di Cappone di Morozzo, Cappone di Morozzo arrosto con castagne, Cappone di Morozzo bollito. Tutti gli uccelli sono uguali ma certi uccelli sono più uguali degli altri.
Nel mondo degli uccelli, come in quello degli esseri umani, bisogna avere fortuna. Quella degli uccelli è di non incontrare cacciatori e allevatori ma, nel caso in cui proprio non se ne possa fare a meno, bisognerebbe avere la fortuna di incontrare associazioni che tutelino tutti gli uccelli in quanto esseri senzienti, senza fare distinzioni se un uccello sia più o meno bello, più o meno gradevole al palato, più o meno in pericolo di estinzione. Tutti gli uccelli soffrono in quanto animali e soprattutto soffrono come soffrono gli esseri umani. Il cappone di Morozzo non è un ingrediente ma un essere senziente, capace di provare emozioni e sensazioni, tra cui la paura della morte, la tristezza per la privazione della libertà nel contesto dell’allevamento, l’orrore della mutilazione, l’umiliante esposizione nel corso della fiera con disagio, spavento, stress e sofferenza. Tutto questo a Morozzo è ignorato. Volutamente.
Cordiali saluti.
Paola Re
Tortona (AL)




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