Manovra subito in aula, domani voto. Renzi conferma le dimissioni dopo il sì e non chiede voto subito

Il premier Matteo Renzi domani nell'intervento alla direzione del Pd di mercoledì confermerà le dimissioni da premier e non dovrebbe spingere l'acceleratore sulle elezioni anticipate in tempi brevi. È quanto si apprende da fonti di maggioranza in vista della delicata riunione di domani dopo la sconfitta al referendum. Dimissioni comunque congelate fino all'ok alla manovra. È il dopo-referendum di Renzi, che accoglie l'invito del presidente della Repubblica ad aspettare il via libera alla legge di Bilancio prima di formalizzare le dimissioni. Il governo chiederà la fiducia sulla legge di bilancio e punta ad arrivare al voto in Aula entro domani sera. 
La Corte costituzionale ha fissato intanto per l'udienza del 24 gennaio 2017 la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sull'Italicum. 
Il leader di Ncd Angelino Alfano nel frattempo manda a dire a Fi che «chi va cercando pretesti per far proseguire la legislatura, non lo otterrà gratis». Ma la linea del voto subito spacca Area Popolare: i parlamentari dell'Udc non ci stanno e lasciano il gruppo.
Dal vertice di Arcore Forza Italia chiede di andare al voto ma prima serve una legge elettorale che «garantisca la governabilità e una reale corrispondenza della maggioranza parlamentare alla maggioranza popolare», dice il partito di Silvio Berlusconi. Beppe Grillo dal suo blog chiede chiarezza al Pd: «Basta chiacchiere e battute. Siate chiari davanti agli italiani. Aspettiamo una risposta dopo la vostra direzione».
Contro il voto subito interviene poi la leader della Cgil Susanna Camusso.

Vola Piazza Affari, che balza del 4% e va meglio di altri listini in Europa trainata dalle banche.

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