“Prendo il cognome di mio padre Pitigrilli”

ALBERTO SINIGAGLIA TORINO

Pitigrilli fu a lungo un marchio d’infamia. L’accusa di aver denunciato Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Massimo Mila e Carlo Levi all’Ovra, la polizia segreta del duce, cancellò in Italia la sua gloria di scrittore. 
Ora Pier Maria Furlan, lunga carriera accademica e ospedaliera di psichiatra a Torino, conteso tra cariche e congressi internazionali, ha deciso di chiamarsi Furlan Pitigrilli. 
Al cognome della madre Lina Furlan, prima italiana di professione avvocato, ha ottenuto di aggiungere lo pseudonimo del padre, Dino Segre, saluzzese, per 20 anni romanziere di successo mondiale, nel dopoguerra esule volontario in Argentina e a Parigi, i suoi successivi 30 libri tradotti in 15 lingue, ma ignorati dai recensori italiani. 
Di «Pitigrilli: l’uomo che fece arrossire la mamma» si occupò Umberto Eco ne «Il superuomo di massa», dedicando pagine importanti allo scrittore precocemente noto per il tempestoso amore con la poetessa Amalia Guglielminetti, musa di Guido Gozzano, e per l’erotismo, l’umorismo, l’ironia, il linguaggio spregiudicato fin dai titoli: «Mammiferi di lusso», «La cintura di castità», «Cocaina», «Oltraggio al pudore», «La vergine a 18 carati», «Dolicocefala bionda», «Le amanti» e tanti altri. .. continua su: http://www.lastampa.it/2016/12/05/societa/prendo-il-cognome-di-mio-padre-pitigrilli-4RyRyIAtTmzzejIdx2YEtO/pagina.html

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