La figlia sbagliata di Raffaella Romagnolo

La figlia sbagliata  di Raffaella Romagnolo

by Maria Cristina Pesce
Raffaella Romagnolo tocca sempre le nostre corde più profonde e si conferma, ancora una volta,  autrice di densi contenuti con La figlia sbagliata, un altro libro molto coinvolgente, colmo di umanità  ma anche di amarezza e di  crudo realismo.
Un romanzo pervaso da tematiche  come la complessità delle relazioni, la genitorialità, il rapporto di coppia,  l’amore castrante che tarpa le ali e l’amore negato, la predilezione per un figlio rispetto ad un altro, i dolori, la solitudine, le rinunce e l'abitudine  dei rapporti  che si 'consumano' nella routine.
Protagonista é una famiglia, Branchero, all'apparenza normale i cui componenti sono imprigionati nella morsa del dovere, condizionati  da scelte ‘dovute’, da apparenze, da aspettative deluse, da sogni non realizzati, da dolori e sensi di colpa che non trovano pace e che segneranno  il tenue  confine tra normalità e pazzia. 
Una moglie insoddisfatta che in nome della sicurezza, del dovere, dell'apparenza sociale, della paura della solitudine ha rinunciato al suo lavoro, ai suoi sogni e al suo talento grafico e che tenta di realizzarsi attraverso il figlio. Un marito camionista poco presente e che ha delegato alla moglie l’educazione e le responsabilità genitoriali, un figlio ‘remissivo’ che ha indossato l’identità che la madre desiderava, nascondendo i suoi veri desideri per soddisfare le aspettative che la genitrice riversava su lui. Una figlia che si sente in colpa per non aver letto i segnali del malessere, del disagio del fratello, per non essere riuscita a farsi amare dalla madre e salvarla dal baratro del dolore.
La storia, in un'atmosfera surreale, si snoda intensamente tra presente e passato e ha il suo incipit con l’infarto di Pietro di cui la moglie Ines, occupata a riassettare la cucina e ad osservare  un talk show, si accorge diverse ore dopo “ Se tra una passata e l'altra si fermasse a guardare in volto Pietro Polizzi, cosa che Ines fa di rado, si accorgerebbe dell'incipiente pallore e di una lieve impressione di secchezza della pelle, causata dal blocco del flusso sanguigno...”. Ines non si comporta come farebbe qualsiasi persona in una situazione del genere, non chiama nessuno, non si dispera, lo lascia li.  Il  tempo per lei si é fermato di colpo,  persa nei meandri del passato, consumata dal dolore, lascerà passare  quattro giorni vicino al corpo del marito, ormai freddo per il rigor mortis, mentre percorrerà un viaggio interiore, crudo e lento, sulla sua vita e quella dei suoi famigliari, tra fantasmi, dolori e segreti. La sua mente rivangherà la sua vita, il figlio, la sua bellezza, i suoi talenti come nuotatore e come studente, i suoi traguardi. Un figlio che le aveva sempre dato ‘soddisfazioni’, dalla carriera scolastica eccellente fino ad arrivare ad una promettente carriera lavorativa a differenza di Riccarda, la figlia, “la signorina crisi isterica”  che  aveva scelto di fare l’attrice, di intraprendere un lavoro dal futuro incerto e ben lontano dalle aspettative così conformiste della madre. Una vita normale, all'esterno, sempre attenta alle apparenze, ma per certi versi una famiglia malata, in cui tutti i componenti, ad esclusione di Riccarda, la più autentica e solida, hanno indossato un'identità che non era la loro, a partire da quel figlio che si ribellerà alle aspettative materne tragicamente.

Una trama ricca,  ben strutturata, scorrevole, una scrittura introspettiva e molto toccante che come i precedenti libri della Romagnoli stimola  riflessioni  sulla complessità delle relazioni,  sull'identità reale e 'pubblica', sulla fragilità dell'essere umano, sul labile confine tra normalità e pazzia.

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