Il Pd e il congresso: Venite!

Il Pd e il congresso: Venite!
Mi capita più volte in queste ore di fermarmi. E domandarmi: ma cosa può apprezzare un cittadino del dibattito di queste ore nel PD? E mi rispondo: nulla, o quasi. Stamattina ne parlavo in stazione con un nostro simpatizzante che mi confermava: A segretà, non ce stamo a capì nulla.
Faccio il riassunto delle puntate precedenti.
Dicembre 2016: Perso il referendum mi dimetto da Palazzo Chigi e chiedo di anticipare il congresso (previsto altrimenti per il dicembre 2017). Mi viene risposto: NO, sarebbe un errore. Ascolta la minoranza, non forzare: conferenza programmatica e campagna di ascolto. In Assemblea Nazionale molti dei miei amici rumoreggiano dicendo: Matteo, stai sbagliando a non fare il congresso. E io replico: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.
Gennaio 2017: mentre organizziamo la campagna di ascolto, la nuova segreteria, i questionari e i viaggi in Bus nel Paese ci viene detto che così non si può andare avanti. E che non serve la campagna di ascolto ma occorre un luogo di contendibilità della linea politica. Tradotto: vogliamo le primarie. Mi sembra sbagliato cambiare strada dopo le decisioni dell’assemblea. Ma accettiamo le primarie dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.
Fine Gennaio — Inizio Febbraio 2017: mentre a Rimini è in corso l’assemblea degli amministratori (tante idee, tanti stimoli, tante proposte) da Roma si alza la voce di Massimo d’Alema che in una affollata assemblea dice “O congresso o sarà scissione”, seguito — nel richiamo alla scissione — da altri leader della minoranza. Mi domando come sia possibile fare una scissione sulla data di convocazione del congresso e non sulle idee. Ma non è la prima volta che alcuni compagni di partito cercano ogni pretesto per alimentare tensioni interne. E io non voglio dare alcun pretesto, davvero. Voglio togliere ogni alibi. E anche se il grido “congresso o scissione” sembra un ricatto morale, accettiamo di nuovo il congresso dicendoci: ragazzi, dobbiamo essere responsabili.

Chiarito che noi “ragazzi, dobbiamo essere responsabili”, dobbiamo anche dire che se uno ha idee diverse, ha il dovere di proporle. E in un partito democratico il congresso (con primarie) non è una parolaccia, ma il luogo in cui decidono gli iscritti e i simpatizzanti.
Tante volte siamo stati accusati di essere autoreferenziali. Bene, tiriamo fuori le proposte e confrontiamoci con la nostra gente. Vinca il migliore. E chiunque vinca, tutti a dare una mano.

Il verbo del congresso e delle primarie non è “Andatevene!” ma “Venite!”, portate idee, portate sogni, portate critiche. Venite, partecipate. È inspiegabile far parte di un partito che si chiama democratico e aver paura della democrazia. Quando si è votato per fare il congresso — dopo quattro ore di riunione in direzione con oltre un milione di persone che hanno seguito il dibattito — è finita 107 a 12 per quelli che vogliono fare il congresso. Venite, amici. Dico anche a chi sta fuori dal PD “venite e iscrivetevi” (c’è tempo fino al 28 febbraio).
Facciamo presto il confronto interno, anche perché sono tre anni che tutti i giorni discutiamo al nostro interno. E poi riprendiamo a parlare fuori. A fare proposte al Paese. A confrontarci sui problemi reali delle persone.
Nel frattempo voglio chiedere un aiuto a tutti gli amici delle E-News.
Per prepararci a vivere il congresso non come scontro sulle poltrone, ma come confronto di idee ho bisogno del vostro aiuto:
intanto sui progetti per il futuro dell’Italia. Dal 10 al 12 marzo con gli amici che sosterranno la mozione congressuale ci vedremo a Torino, al LINGOTTO. Nel luogo dove nacque il PD a fare… il tagliando a quell’idea di quasi dieci anni fa. Ma anche a fare le pulci all’azione di governo di questi tre anni per costruire il prossimo programma. Cosa ha funzionato, cosa no. Cosa dobbiamo fare meglio, oggi e domani. Una discussione vera, senza rete. Su ambiente, cultura, scuola, lavoro, università, sanità, infrastrutture, tasse, giustizia e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Venite al Lingotto, se potete. Intanto c’è una email per chiedere maggiori informazioni e per raccogliere le vostre proposte:lingotto@matteorenzi.it
Poi sui luoghi da visitare. Sto girando molto per l’Italia e mi capita di ascoltare, vedere, discutere. Modello Scampia, insomma. Mi serve molto e mi aiuta a capire meglio cose che fino a due mesi fa vedevo solo blindato dai cerimoniali. Mi suggerite luoghi da visitare e persone da incontrare? Esperienze che possono essere utili. Vi leggo volentieri:matteo@matteorenzi.it
Infine sulle persone. Vogliamo portare energia e entusiasmo nella vita di questo Paese e nel congresso. Non polemiche astratte ma idee, speranze, sogni. Avete voglia di darmi una mano? Si riparte, ci si rimette in cammino, c’è bisogno di tutti: matteo@matteorenzi.it
Fare del congresso e delle primarie un’occasione bella per dire “Mi sta a cuore, m’impegno, ci sono”. Non lascio il mio Paese a chi sa solo protestare. Vi va? E allora Venite! Non andatevene, venite!
Chi vuole rivedere il mio intervento in direzione, può cliccare qui.
Chi seguirà il lungo intervento potrà finalmente vedere la posizione sull’Europa, sulle banche. E anche sulla durata del Governo, altro argomento che ha appassionato per tante settimane gli addetti ai lavori ma che non mi riguarda. Non decido io. Decide il Premier, i suoi ministri, la sua maggioranza parlamentare. E vediamo se almeno su questo possiamo finalmente smettere di discutere.
Matteo Renzi




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