Lino Balza: Spinetta alla luce della sentenza di Bussi.

Alessandria: Dopo 40 anni, ho dato le dimissioni dal Consiglio direttivo di Medicina democratica per protesta verso la presidenza che, assecondando l’avvocata, non hanno fatto ricorso a fianco del pubblico ministero Ghio contro le assoluzioni Solvay-Ausimont di Alessandria agli amministratori Cogliati, De Laguiche e Joriss, bensì ne chiede la conferma in Appello. 
La sentenza di ieri della Corte di appello dell’Aquila conferma l’opportunità della netta polemica della Sezione provinciale e mia.    
All’Aquila in appello Carlo Cogliati è stato condannato, dunque soprattutto Montedison è stata condannata -a differenza della Solvay-  al risarcimento danni e provvisionali quantificati in 3,7 milioni di euro, danni per ora solo coperti parzialmente dalle previsionali, ma il conto successivo sarà fatto in sede civile. Per Bussi, e non per Spinetta, sono stati dunque creati i presupposti economici per la bonifica del territorio e l’applicazione del sacrosanto principio del “chi ha inquinato paghi”. 
Per Bussi è stato fatto ricorso e l’Appello ha riconosciuto l’avvelenamento delle acque: lo stesso reato che il PM -ma non la presidenza Medicina democratica- chiede in Appello per Spinetta. In primo grado per Bussi gli imputati furono assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale era stato derubricato in colposo e, quindi, prescritto. 

In Appello la Corte, nel riconoscere le aggravanti, ha interrotto la prescrizione del reato: sia l'avvelenamento delle acque sia il disastro ambientale vengono riqualificati in fatti di colpa. 
In Appello, per Spinetta, Medicina va invece a chiedere la conferma del disastro innominato e dunque la conferma dell’assoluzione dal reato di avvelenamento e delle relative prescrizioni. 
Provvidenzialmente il PM Ghio in Appello conferma il capo di imputazione: avvelenamento doloso della falda e dolosa omessa bonifica. Fondamentale per Bussi è che l'affermazione di responsabilità degli amministratori ha portato anche alla condanna al risarcimento del danno, pur se le pene sono condonate perché i fatti sono tutti antecedenti al 2 maggio 2006. 
Per Spinetta le condizioni per l’Appello sono ancora più favorevoli perché per l’avvelenamento doloso delle acque non scatta nessuna prescrizione e i risarcimenti alle Vittime sono possibili. Tant’è che personalmente adisco contro Solvay in causa civile con l’assistenza dell’avvocato Massimo Martinelli. 

Lino Balza

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