Mi somiglia, Miriam Piga

Mi somiglia, Miriam Piga

Mi somiglia
Mi somiglia il canto
delle campane appese.
trapunta dei sogni smarriti
sul letto vuoto di ognuno.
Mi somiglia la primula
che rivernicia il fossato
dal fondo risoluto
di una terra
che ancora ricama
spettri
di un inverno finito.
Mi somiglia il tremolio
di questa nuda pioggia,
pare smembrare l'orma
dei miei passi indietro.
Eppure,
tutto, mi somiglia.
un bimbo
che stropiccia gli occhi
e i resti di un gioco
in un pugno di mani,
al tramonto.

Mi somiglia lo zaino
di uno scolaro
e tra le braccia incrociate,
ancora un libro.
Mi somiglia la fine
di ogni storia
e pure il suo inizio.
Un campo arato
e l'attesa,
prima della semina.
E mi somiglia l'acerbo
di un prematuro frutto.
La stagione che muore
e l'ultimo nato
a primavera,
tra le spine.
Sono l'ombra dietro l'angolo,
infine.
E il gelo sulla foglia
che supplica il sole.
Miriam Piga 
23/03/2017


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