RITRATTO, CORRADO GOVONI,


RITRATTO, CORRADO  GOVONI
Eccone ancora una, del Govoni maturo, sensuale fino all’erotismo, accennato, e per tal motivo efficace:  scatena la fantasia del lettore, che completa il non detto (reticenza), a suo modo.


RITRATTO
La pioggia è il tuo vestito.
Il fango è le tue scarpe.
La tua pezzuola è il vento.
Ma il sole è il tuo sorriso e la tua bocca
e la notte dei fieni i tuoi capelli.  
Ma il tuo sorriso e la tua calda pelle

è il fuoco della terra e delle stelle.      (1943)

Notare i 3 settenari iniziali, seguiti dai 4 endecasillabi: gli ultimi due, quelli più sensuali, a rima baciata, preceduti dalla consonanza di capelli.  La pezzuola (arcaismo) è il fazzoletto, il foulard.  La notte dei fieni: i tuoi capelli scompigliati (allusione erotica con l’indicatore implicito fienile, all’epoca luogo spesso visitato dalle giovani coppie));  il tuo sorriso (luminoso, è felice; paragonato al il sole), e la calda pelle provocano la passione del poeta, e la condivisione del lettore.

La poesia consiste in un'analogia  (metafora forte)  che assimila la donna alla natura, scritta palesemente da un innamorato.  Nell'identificazione, l'unico verbo usato è il verbo essere; domina la paratassi (frasi brevi coordinate); due enjambement nei 4 endecasillabi.  L’anafora del ma, congiunzione avversativa, serve a introdurre e a rafforzare l’impatto provocato dal corpo della donna, in un crescendo affascinante. La breve lirica è piena di sinestesie, che sommuovono tutti i cinque sensi: vista, udito, tatto, olfatto, gusto.

La cosa più bella è la fisicità del corpo della donna, imposta senza quasi descriverlo, eppure concreta e conturbante. Un inno alla vita, alla natura (la terra), un inno all’amore: le stelle.
Elvio bombonato



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