Matteo Renzi. Enews 482

10 luglio 2017
Personale, per una volta una enews personale.
Non resoconti sui numeri dell’Istat o condivisione di traguardi da raggiungere.
Ma una semplice chiacchierata informale, tra amici.

In questi mesi ho lavorato molto per scrivere un libro.
Uscirà tra mercoledì e giovedì in tutta Italia, si chiama “Avanti”.
Spero ne sia valsa la pena, me lo direte voi se e quando lo leggerete.
L’email la conoscete: matteo@matteorenzi.it

Le prime anticipazioni già dimostrano che farà discutere. Perché ci sono diverse idee per il futuro del nostro Paese: raddoppiare i fondi per le periferie, ad esempio. O l’assegno universale per i figli perché la questione demografica sia affrontata anche sotto il profilo fiscale. O cambiare completamente l’approccio sul fisco (qui Il Foglio oggi anticipa un capitolo interessante di Avanti). Per non parlare dell’immigrazione o della proposta di ritornare a Maastricht su cui ieri ha aperto il Sole 24 Ore e di cui trovate eco nel numero 9 di Democratica che potete scaricare da qui
Mi piace che si discuta delle idee. Anche perché altrimenti le polemiche sono tutte banali e stropicciate sulle coalizioni, sulle candidature, sul futuro degli addetti ai lavori.
Queste cose lasciamole fare ad altri.
Noi preoccupiamoci dell’Italia, noi occupiamoci dell’Italia.
E se dunque abbiamo da offrire risultati e proporre idee, bene: facciamolo.
Ascoltando gli altri, partendo dal presupposto che il loro contributo ci renda migliori. Ma senza rinunciare a una proposta: perché stare insieme nasce dal condividere idee, non dall’essere contro qualcuno. E questo è stato il più grande limite che talvolta ha caratterizzato la sinistra del passato: essere contro qualcuno, più che per qualcosa.

Ma il libro “Avanti” è qualcosa di profondamente diverso.
Le idee ci sono.
Gli aneddoti pure. Il patto del Nazareno e Berlusconi, lo Stai Sereno e Letta, le Banche e i veri scandali del mondo del credito. Gli appassionati di gossip politico andranno a nozze. Me li immagino a misurare gli aggettivi.

Ma il punto vero è umano, personale. Vorrei parlare di questo con voi che siete da anni i compagni di viaggio di questa avventura straordinaria. Che mi sopportate ogni settimana. E che mi riempite di suggestioni e proposte.
Scrivere serve, sempre. Fissa su carta ciò che il cuore non riesce fino in fondo a scandagliare.
Personalmente ho vissuto un periodo delicato e bellissimo. La cosa che ancora oggi fatico a comprendere non è la sconfitta al referendum o la pubblicazione di intercettazioni personali, non è la scissione o la polemica post-primarie quando uno sperava di poter finalmente parlare di politica anziché di polemica. La cosa che proprio fatico a digerire è la possibilità che pezzi delle istituzioni abbiano fabbricato prove false contro l’allora Presidente del Consiglio. Perché questa vicenda – su cui continuiamo a chiedere verità e giustizia – continua a sembrarmi enorme per la credibilità delle istituzioni.

Scrivere, in un periodo come questo, mi ha permesso allora di mettere in fila le cose.
Mi ha permesso di rispondere a commenti un po’ superficiali di chi magari non ha seguito il tuo ragionamento ma ti giudica senza appello, come è accaduto per la frase sui migranti quando io ho detto – e ribadisco – che dobbiamo davvero aiutarli a casa loro. Davvero. Con la cooperazione internazionale, in primis. Con gli aiuti allo sviluppo. Con la prima legge in Europa sui minori migranti. Con l’investimento in cultura importante quanto l’investimento in sicurezza.
E voglio vedere se c’è una persona di buon senso che possa contestare questo davvero. Lo dice anche Salvini? Vero. Ma la Lega i soldi per la cooperazione internazionale li ha tagliati. Il PD in Africa ha mandato il Presidente del Consiglio, non i diamanti in Tanzania, come ha fatto qualche camicia verde. E se qualcuno avesse ancora dubbi può guardare questa intervista di ieri al Tg2.

Quando qualcuno indica la luna, guardare il dito non aiuta. Da tempo ogni mia/nostra parola viene vivisezionata in profondità cercando le contraddizioni, i limiti, gli errori.
Tutto naturale, fa parte delle regole del gioco. Però ti viene voglia di reagire. Non urlando, ma sussurrando quello che realmente sei.
Nel libro – questo è ciò che volevo condividere – c’è anche e soprattutto la piccola storia di una persona, la grande storia di un popolo, che semplicemente crede nella politica.
È un libro umano, tutto qui. C’è un’anima rinchiusa, non solo un’idea o un retroscena.

Ecco allora che nel libro troverete i miei dubbi, le mie incertezze, le mie cicatrici.
Non solo le mie idee, le mie battute, le mie rivendicazioni.
Troverete il momento in cui faccio fatica, umana fatica, a fare gli scatoloni. E troverete i commenti della mia famiglia. Troverete i miei errori, perché solo chi non fa nulla non sbaglia mai. Ma troverete anche l’incredibile serie di risultati ottenuti, un’altra storia rispetto a quella raccontata quotidianamente dal pensiero unico dei commentatori e degli oppositori.
E mentre il mondo fuori passa il tempo a provare a farmi cambiare carattere, noi proviamo a cambiare l’Italia. Che, con tutto il rispetto per il mio carattere, è decisamente più importante.

Troverete anche laggiù, in lontananza ma più vicino di quello che pensiamo, il futuro che vogliamo costruire, non solo aspettare. Dipende da noi, da ciascuno di noi. E più persone saremo in grado di coinvolgere, più sarà bello andare avanti, insieme.
L’ho scritto io, questo libro. Può sembrare un’aggravante, forse lo è. Ecco perché ci ho messo così tanto. Lo ribadisco per sottolineare che non è un’operazione commerciale per far discutere la gente nella stagione delle prossime Feste dell’Unità. È un modo per mettersi a nudo davanti alla propria gente. Tutto sommato se io sono ancora in cammino è perché ho incontrato gente più tenace e più ostinata di me che mi ha dato una scossa e mi ha detto, con il voto democratico di qualche milione di italiani, “Torna al tuo posto e lavora”.
Non si è mai soli in politica. Mai. C’è un popolo che cammina con te anche quando gli addetti ai lavori non se ne accorgono. Questo libro – dedicato esplicitamente a chi mi ha permesso di non mollare – è un libro che mi piacerebbe fosse recensito, criticato, discusso insieme a voi.
C’è la ricostruzione di una parte del passato, c’è la visione di una parte del futuro.
Ma ci sono io e ci siete voi. Ci siamo noi, insomma. Ecco perché vi dico, prima di tutto, grazie.


Un sorriso,
Matteo

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