Alluvioni e dissesto: il governo "prevede" 2,2 miliardi, ma trova appena 7 milioni

Annunci su annunci, ma da tre anni il maestoso piano anti dissesto del ministero dell'Ambiente ha partorito il topolino. E, purtroppo, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Chiaramente i fenomeni meteorologici di queste ultime ore sono estremi e frutto di una tropicalizzazione del nostro clima, anche questo però ampiamente annunciato.
Il MoVimento 5 Stelle anni fa aveva elaborato un pacchetto di risposte di breve, medio e lungo termine per mitigare il dissesto, e l'aveva presentato ai prefetti delle zone più a rischio.
Il ministero intanto ha dovuto smentire la stessa struttura governativa, Italia sicura, che da tre anni lancia numeri a caso. A maggio Italia sicura aveva annunciato (pubblicandolo sul proprio sito) che da revoche di fondi per interventi assegnati per opere contro il dissesto sarebbero stati recuperati ben 2,2 miliardi di euro. A luglio il M5S ne ha chiesto conto in un question time presentato da Federica Daga, ma il ministro ha dovuto ammettere che le revoche effettive sono solo 15, per meno di 7 milioni di euro. Altro che miliardi.
Anche due anni fa si parlò di 9 miliardi di euro disponibili per tutta una serie di lavori, e anche qui ne sono risultati disponibili appena 650 milioni per un primo piano stralcio di 33 opere. Ma grazie a una nostra interrogazione di pochi mesi fa, si è scoperto che solo uno dei lavori è veramente finito, altri tre sono in fase di esecuzione, e gli altri 29 devono ancora uscire dal pantano.
Secondo l'Ispra i comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico sono l'82% del totale, e oltre 5 milioni di cittadini vivono in zone esposte ogni giorno al pericolo frane o alluvioni. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato una legge fin dal giugno 2013.
Ed c'è poi la proposta di Legge in discussione a prima firma Patrizia Terzoni. 
Ecco il nostro piano, che prevede tra l'altro: la sospensione dei tributi per i cittadini e le imprese impattate dallo stato di emergenza; un fondo di compensazione per i mancati introiti per i comuni, escludere dal patto di stabilità interno le risorse impiegate per far fronte all'emergenza e alle opere di ripristino; introduzione di un geobonus, cioè un bonus fiscale, per interventi di mitigazione; al fine di un progressivo passaggio da una gestione emergenziale a una preventiva, ogni anno, devono essere stanziati fondi per la prevenzione pari almeno al 50% di quelli stanziati nell'anno precedente; implementare il monitoraggio delle condizioni meteorologiche e idrologiche e i piani di allarme. Abbiamo ipotizzato nel nostro pacchetto l'istituzione di un servizio geologico distribuito nei comuni, e l'obbligo a istituire i contratti di fiume per la manutenzione degli alvei.

Parlamentari M5S Commissione Ambiente Camera e Senato






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