Maurizio Donte: Poesia Miti ed epica celtica

un video in regalo da una carissima amica, dal mio poema inedito "Parsifal, il mito del Santo Graal"--un enorme grazie a Patrizia Stefanelli, per la grande interpretazione!
Finiti i giorni di gioventù,
quando fioriva la terra di promesse;
spirati sono,
in un crepuscolo nebbioso.
Di fronte al lago
sorge il castello d'Anfortas
il re ferito. Dubbio mi spinge
a cercare ancora: forse qui,
presso di lui troverò il Graal,
su queste umide rive,
dove l'antico muore e sorge il nuovo.
Accanto alle cadute pietre
del vecchio cerchio, là dove il muschio
la terra ricopre, così come il dolore
che inonda il mondo, nasconde
tanta parte della mia stessa vita....
...
Tremò l'evanescente fanciulla
e lungo l'acqueo fianco
morì la primavera.
Si fece trasparente,
il corpo della donna
e disse: il ricordo svanisce
e finisce il tempo degli antichi.
Muore quello che l'uomo
a lungo considerò
eterno, viene il nuovo Dio
e tu hai fallito, Parsifal!
Dammi dunque la lama
che dalla squama del drago,
venne tratta! Morirà l'eterno mondo
degli dèi che furono in passato:
di plaga in plaga, di roccia
in roccia, invano
li cercherà l'uomo: nella foresta
e lungo i sentieri, nei cerchi di pietre,
nei luoghi che furono sacri!
Nebbia silente! Oblio perenne,
arcani fati che svaniscono.
Questa lama stessa, il suo colore,
il suo splendore verde,
la sua canzone triste
per un amor tradito!
Finisce! Tutto finisce
e le rive del mio lago
su cui scivolano gli eterni cigni
che un giorno reggeranno
un fatato legno su cui
Loenghrin, tuo figlio
troverà rifugio,
si spopoleranno. Hai ragione,
è giunto il giorno
del mio riposo eterno.
Chiuse le labbra e baciò la lama:
s'inabissò nell'onda traslucida.
Scese Excalibur nel lieve flutto...
Brillò l'ultimo raggio di Luna....

Da Parsifal, poema epico di Maurizio Donte

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