Zanda: Spero non sia questa la campagna elettorale

Fiducia? Per dire basta a voti segreti usati come i 101 per affossare Prodi
Pubblicato il 28 ottobre 2017 
Mi auguro che nessuno usi le banche per la campagna elettorale. Sono in gioco la tutela dei risparmiatori e l’economia del paese”. 
Cosi’, in un’intervista a la Repubblica, il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda il sulle polemiche per la riconferma di Ignazio Visco alla guida di Bankitalia. 
In merito al voto sulla legge elettorale, sottolinea: “Abbiamo evitato con il voto di fiducia che il paese andasse alle elezioni con due leggi differenti che avrebbero prodotto due Camere diverse. 
Abbiamo riportato coerenza nel sistema, evitando numerosi voti segreti. Il Parlamento italiano dalla vicenda dei 101 che affossarono Prodi non e’ piu’ in grado di usare voti segreti che siano realmente voti di coscienza e non manovre politiche spesso di bassissimo conio”. Per Zanda, nel poco tempo rimasto “L’appuntamento piu’ importante e’ l’approvazione della legge di Stabilita’ perche’ se non venisse approvata andremmo all’esercizio provvisorio con gravi conseguenze per il paese. Dobbiamo trovare il modo per approvare lo ius soli e lo faremo appena saremo certi di avere una maggioranza”. 
“I numeri – spiega – sono sul filo, ma stiamo lavorando per avere la certezza. Ci possiamo riuscire”. In merito ai voti di Verdini, commenta: “Ma ha gia’ ha votato, senza che qualcuno vedesse problemi, a favore delle unioni civili. Non vedo problemi quando votera’ per lo Ius soli. 

E neanche se dovesse votare la legge di Stabilita’ che e’ una priorita’ per l’Italia”. E in merito alla decisione del presidente del senato Pietro Grasso di lasciare il gruppo del Pd, dice: “Una decisione veramente inaspettata. Vengo da 5 anni di collaborazione con Grasso: l’avevo visto poche ore prima e non ho avuto mai avuto il minimo sentore che stesse meditando un passo cosi’ importante”. Per quanto riguarda gli effetti politici “oggi non sono in grado di immaginarli. E’ un peccato e so che e’ stata una decisione sofferta. Ma considero questa scelta una sconfitta per il Pd, per Grasso e per il Parlamento. In questa legislatura stiamo sfiorando 600 cambi di gruppo. Un cambio di gruppo cosi’ illustre e’ l’ultimo segnale di un fenomeno molto serio su cui bisogna riflettere”.




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