Totò Riina morto, dalla scalata a Cosa nostra alle stragi: tutti i misteri del capo dei capi che dichiarò guerra allo Stato

Alla conquista della piovra, al biennio al tritolo, fino alla mancata perquisizione del covo. Tutte le domande senza risposta che il boss mafioso si è portato nella tomba dopo avere terrificato un intero Paese all'apice di un'escalation di violenza senza precedenti. Nato poverissimo in una famiglia di contadini, viddano sanguinario e analfabeta è rimasto irredibimibile fino alla fine. Stava scontanto 26 ergastoli per circa 200 omicidi
Adesso che il diavolo è morto si potrà forse avanzare qualche domanda sui vari punti oscuri rimasti sullo sfondo dei suoi efferatissimi delitti. E magari ammettere che tutto chiaro probabilmente non è. Della carriera criminale di Salvatore Riina, detto Totò, nato a Corleone il 16 novembre del 1930 e morto nel reparto carcerario dell’ospedale di Parma, tanto si è detto e molto si è scritto. Meno, molto meno, si è parlato dei misteri che questo viddano sanguinario e semianalfabeta – “Sono un quinta elementare”, amava ripetere – si è portato nella tomba dopo avere terrificato un intero Paese all’apice di un’escalation di violenza senza precedenti.Di soprannomi ne ha collezionati diversi. Da ‘u curtu che gli venne dato alle origini per la sua bassa statura – in Sicilia la chiamano “ingiuria” – fino alla corona di capo dei capi di Cosa nostra, passando per quelli meritati sulle pagine di cronaca giudiziaria: la belva, l’animale, il demonio. D’altronde basta soltanto provare a ricordare gli omicidi e le stragi di cui si è reso colpevole per dire che sì, non c’è dubbio che Riina qualcosa di vicino al demoniaco lo è stato davvero. Contarli quei morti ammazzati è invece impossibile: pare siano più di duecento, di sicuro gli sono costati 26 ergastoli. Lui, da parte sua, non ha mai ceduto di un millimetro, non ha mai mostrato alcun cenno di cedimento, seppur minimo. “Io sono il parafulmine dello Stato italiano”, ha detto praticamente ogni volta che ha aperto bocca. Ma parafulmine di che? E di chi? Continua a leggere…..


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