Libri, Scrittori e Interviste

Libri e Scrittori - Interviste


by Pier Carlo Lava
Alessandria 16 dicembre 2014
Tempo fa alcuni politici che definire sprovveduti è quasi un eufemismo, affermavano che con la cultura non si mangia, evidentemente non consideravano che cultura, arte e patrimonio artistico del nostro Paese sono l’equivalente del petrolio. 
Del resto basta vedere quello che succede in Francia dove pur avendo un patrimonio artistico inferiore a quello dell’Italia, ma sapendolo valorizzare, ne hanno fatto una fonte di valore inestimabile di attrazione per i turisti con conseguenti vantaggio per il commercio d’oltralpe e per l’economia francese.
A tale proposito anche il blog Icittadiniprimaditutto: http://icittadiniprimaditutto.blogspot.it/ vuole dare un piccolo contributo alla diffusione della cultura, perciò da oggi nasce una nuova pagina nella quale ogni settimana verranno pubblicate tre interviste a scrittori che parleranno di se stessi e dei libri che hanno scritto. I primi scrittori sono già nella pagina, altri seguiranno:
Silvana Mossano - Casale Monferrato
Alberto Camerra  - Limbiate
Alice Bianchi, Winchester - Lucca
Angela Parise - Novi Ligure


Empatica Estesìa by Antonella Ballacchino

Una silloge, quella di Antonella Ballacchino, con una consapevolezza tutta al femminile, dove la creazione di frasi equivoche e le allusioni fermano e attraggono l'attenzione del lettore attraverso una sua partecipazione interpretativa e attiva...
TRAMA
Una silloge, quella di Antonella Ballacchino, con una consapevolezza tutta al femminile, dove la creazione di frasi equivoche e le allusioni fermano e attraggono l'attenzione del lettore attraverso una sua partecipazione interpretativa e attiva. Dove i varchi evocano altri varchi, dove non esistono confini, dove non ci sono argini, ma libertà di scrittura e di pensiero. Questo calembour avvolge, coinvolge, stupisce e sconcerta. Una comunicazione bidirezionale non accessibile a chiunque, spesso enigmatica e inafferrabile. Soprattutto, introspettiva. Un connubio di sensi e dissensi dove la visione appare, seppur nitida, anche surreale. In questa lirica da esplorare con delicatezza e placidità dove la Donna lascia il posto al Medico e viceversa, si arguisce un canto di dolore inesorabile, sovente impietoso, incontenibile. L'effetto sfregiante della decomposizione, la sorte dell'uomo, dove le ferite dell'anima e quelle della carne, come nella natura, sono una realtà ineludibile, così come la morte, perentoria. Versi quasi liberatori e  redentori dove oscillano i rimpianti e le emozioni, tra il raziocinio
e il sentimento. Fra la paura e il conforto. Fra il dolore e la gioia.
Dall’introduzione di Romina Tondo
DETTAGLI PRODOTTO
Titolo: Empatica Estesìa
Autore: Antonella Ballacchino
Prezzo: € 12,90
Rilegatura: BROSSURA
Pagine: 82
Editore: David and Matthaus
Divisione: ArteMillennium
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-98899-79-1

Autopsia del terzo millennio Francesca Illiano

di Francesca Argentati
ARTeMILLENNIUM di David and Matthaus presenta l’uscita ufficiale di Autopsia del terzo millennio, raccolta di racconti di Francesca Illiano.
“Della mia vita voglio farne inchiostro che resti come tatuaggio nel cuore di qualcuno.” Con questa metafora, l’autrice della raccolta Autopsia del terzo millennio, dal titolo assolutamente paradigmatico, ci avvince e ci trascina in una vera e propria dissezione dell’Italia di oggi, tra l’attualità e l’inattualità dei problemi sociali, culturali e economici, un’analisi ingentilita e romanzata dalla penna di Francesca che, attraverso le pagine dedicate ai suoi racconti realistici, a volte aspri e spietati, spesso empirici ma veri come la vita, ci pungola a riflettere, coinvolgendoci e appassionandoci, a volte turbandoci. Incontreremo “‘O professor”, ex insegnante di lettere, esodato, “costretto” per sopravvivenza a fare l’ambulante di libri, appartenenti alla sua piccola raccolta personale. Oppure Ale, 16 anni, ancora troppo bambina ma già cinica come una donna consumata dalle avversità della vita, che svende il suo sesso per un pugno di euro, per qualche vestito alla moda o per l’ultimo telefonino in voga. Un’altra storia antropica ci fa conoscere Irina, arrivata a Bologna da Kiev con una valigia piena di sogni. “Una sola parola, in italiano, le portò via la speranza: puttana.” L’autrice continua a “toccare” corde difficili, come l’omofobia, raccontandoci Marco, omosessuale: “Maschio e fiocco azzurro. Nessuno avrebbe creduto mai al contrario”. Una storia drammatica, quanto mai autentica. È costernazione e ribellione interiore arrivare fino a “il Barbone”, dove l’indifferenza umana si accanisce alle percosse, fra il silenzio e la paura dei passanti. Dove l’omertà e la reticenza la fanno da padrone. Impossibile non farsi emozionare da queste vicende umane. Una quintessenza di percezioni, stati d’animo e impressioni. Un canto tribale che
urla alla nostra coscienza e scardina le simmetrie fra cuore e anima.
“Una sperimentazione stilistica, un aprire l’armadio e indossare ogni volta un abito diverso, cercando di trovare quello nel quale ti senti più a tuo agio. Gli stalli emotivi più che creativi, perché, per scrivere una storia, devi entrarci dentro e il salto psicologico nella mente dei protagonisti mi hanno lasciato spesso spossata. Mi sono misurata con le loro vite e le loro paure e talvolta ho lasciato un racconto a metà per giorni, cercando di metabolizzare il groviglio di emozioni che quell’immedesimazione mi comportava.”
Francesca Illiano nasce ben trentasette anni fa, sotto il segno dei gemelli, e se questo non fosse stato di per sé sufficiente a fornirle una personalità complicata, per giunta all’ombra del Vesuvio. Si potrebbe  pertanto supporre che abbia  ereditato la solarità della terra e la limpidezza del mare; in realtà, in lei predomina l’irruenza della lava e la tenacia delle ginestre. Diplomata al classico, porta a casa qualche esame sostenuto alla facoltà di Lettere prima e Conservazione dei Beni culturali poi. Irrequieta e incostante, lascia l’università senza completare il corso di studi e si lancia nel mondo del lavoro. Nella vita di tutti i giorni è un’agente di viaggi. Un lavoro a stretto contatto con il pubblico, che le ha fornito un punto di osservazione privilegiato della più variegata umanità. Scontato che tra le sue passioni ci siano i viaggi. Parola d’ordine: esplorare. Il continente che ama di più in assoluto è l’Africa , con i suoi colori e la sua gente. È un tema che torna ricorrente nei suoi scritti. Nel novembre 2014 pubblica la raccolta di racconti Autopsia del terzo millennio con David and Matthaus Edizioni per la divisione ARTeMILLENNIUM. “Ho sempre portato in me una profonda contraddizione che a seguito di una attenta analisi sono riuscita a sanare. Sin dalla scelta della facoltà universitaria ero indecisa tra la facoltà di Medicina e quella di Archeologia. Due amori che a quella età sembravano inconciliabili.  In realtà soltanto di recente ho scoperto il sottile filo che legava le due cose :lo scavo e l’indagine. Le stesse che alla  fine mi hanno portato a scrivere proprio un’Autopsia del terzo millennio. Così il cerchio si chiude perfettamente, riconducendoci alla costante della mia vita.  La scrittura. A quattro anni mi hanno messo in mano una penna, non l’ho più lasciata. Si è sempre trattato però di un esercizio privato, ho sempre avuto pudore di lasciarmi leggere, proprio perché quando scrivo viene a galla la me più vera, senza artifici né maschere. Raggiunta una discreta maturità anagrafica, e dopo un violento dissidio interiore, ho deciso di aprire la porta sulla mia “stanza segreta” e lasciare che gli occhi del mondo mi frugassero dentro. Nasce così per caso e per dispetto una nuova me, che non ha più paura di chiamarsi col nome che più la rappresenta, scrittrice.”




SOGNAVAMO LE RAGAZZE CIN CIN, Massimo Brusasco, Alessandria,
di Massimo Brusasco
È uscito Sognavamo le Ragazze Cin Cin, il libro che ho scritto con la fatica e la dedizione che si dedica a un’opera letteraria. Il sottotitolo “Storia minima di una generazione senza ideali e senza computer” è una sorta di spiegazione di quello che vuole essere questo lavoro, edito da Il Filo, che ha fissato il prezzo in 13 euro. Nelle librerie di Alessandria si può trovare. Ma la pubblicazione è ordinabile in tutte le librerie d’Italia (si prenota e… arriva), oppure attraverso il sito dell’editore (www.ilfiloonline.it) o con i siti specializzati.
Il codice Isbn (ovvero il numero che identifica il libro) è 978 88 567 0441 9.




Silvana Mossano giornalista e scrittrice: I libri che ha scritto

“L’amianto, una fibra Killer che continuerà a mietere vittime”

Silvana Mossano una brava giornalista de La Stampa che con i suoi articoli informa e tiene alta l’attenzione dell’opinione pubblica, sulla tragedia dell’amianto a Casale Monferrato.
I libri che ha scritto:

Malapolvere “Una città si ribella ai «signori» dell’amianto”
Silvana Mossano
Nel 1901 l’austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto e lo battezza Eternit (dal latino aeternitas, eternità). Fino alla fine degli anni Ottanta è proseguita così la lavorazione dell’amianto che ha provocato in diversi territori italiani un gigantesco disastro ambientale e procurato nella popolazione migliaia di lutti per mesotelioma, asbestosi e tumore polmonare tra gli ex operai e i cittadini.
In particolare Casale Monferrato, dove l’Eternit ha uno degli stabilimenti più grandi che impiegava fino a 2.000 lavoratori, è diventata la città simbolo di una tragedia sociale destinata ancora a durare. Un capitolo triste che gli operai della Eternit e le loro famiglie vogliono risolvere.
Oggi è in corso il processo istituito da Raffaele Guariniello, iniziato il 10 dicembre 2009 a Torino contro due imputati: il barone belga Louis De Cartier de Marchienne e Stephan Schmidheiny, ultima generazione della famiglia che ha posseduto l’Eternit per tre quarti del secolo scorso.
Da quasi trent’anni la giornalista Silvana Mossano vede, vive e annota le storie dolorose di Casale, raccontando la tempesta che si scatena quando arriva addosso «quella» diagnosi, anzi ancor prima, quando sintomi banali e insignificanti sviluppano un irrefrenabile sospetto di malasorte. Sul sospetto, ancora lontano dall’essere confermato e che forse non lo sarà, è costruito il racconto iniziale.
La seconda parte è dedicata alle testimonianze, che riportano storie vere con un denominatore comune: sono di donne malate, o vedove, o figlie, o sorelle, tutte travolte, in qualche modo, dalla polvere.
La terza parte è la cronaca di decenni di rapporto con la lavorazione dell’amianto, di sviluppo economico, di malattie professionali e di battaglie nei luoghi in cui la produzione è stata più radicata, come nel Casalese, ma anche a Cavagnolo, a Rubiera dell’Emilia e a Bagnoli di Napoli.
La conclusione è una lettera aperta ai «signori dell’amianto», una scommessa sulla speranza e la volontà di riscatto, una richiesta precisa e determinata: contribuire alla scoperta di una cura che guarisca dai danni della «malapolvere».
Scarica il comunicato stampa del volume e la copertina ad alta risoluzione per la stampa.
Vai alla biografia dell'autore: Silvana Mossano 


Il cortile (Google eBook)
Nel cortile di una casa di ringhiera, in un’estate di quarant’anni fa, si susseguono giornate senza grinze: gli uomini vanno e tornano dal lavoro, le donne sbrigano le faccende di casa, il lattaio consegna bottiglie e pettegolezzi freschi di giornata. Adelina ha undici anni, e dopo le vacanze andra` in prima media, col grembiule finalmente abbottonato davanti e i libri tenuti insieme con l’elastico. Assieme alla sua migliore amica Lucetta, alle sue sorelle, al fratello Giannino e all’amico Dario nel cortile gioca a carte, a biglie, alla corda, alle figurine. Tutto sembra essere ordinato, perfettamente naturale, compresa la Rossa, che ‘‘fa il mestiere’’, e la sera riceve gli uomini in casa. Finche ́ l’imprevisto scuote il canovaccio: la Rossa viene trovata morta, strangolata nel suo appartamento, e nel cortile fa irruzione la Giulia verde della polizia. La vita nel cortile cambia, inesorabilmente. Ci sono i sospettati da interrogare, e il funerale della Rossa, portata via in una macchina lunga e scura. C’e` il colpevole da smascherare – com’e` ovvio, tra lo stupore di tutti – e soprattutto c’e` uno scorcio d’estate che costringe Adelina e i suoi amici a crescere e a scoprire, volenti o nolenti, l’amore e il suo lato morboso, cos?` come le bugie, le debolezze e ai peccati degli adulti.


Morire d'amianto. Il caso Eternit: la fabbrica, le vittime, la giustizia.
Silvana Mossano - Michele Brambilla (introduzione) 
La trama di Morire d'amianto. Il caso Eternit: la fabbrica, le vittime, la giustizia.
2300 morti: un numero drammatico destinato nei prossimi anni a salire. Sono le vittime dell'amianto legate all'attività dei quattro stabilimenti italiani della Eternit. Una strage lenta e silenziosa con un bilancio ormai paragonabile a quello delle Torri Gemelle di New York, in gran parte costituito dalle vittime di Casale Monferrato, la Ground Zero italiana dei decessi per mesotelioma. Il caso Eternit, ricostruito in questo libro-inchiesta di Silvana Mossano con l'introduzione di Michele Brambilla, è una vicenda di portata planetaria sfociata nella prima sentenza al mondo che riconosce le responsabilità di chi ha gestito le fabbriche d'amianto. Una storia che riguarda tutti, raccontata ripercorrendo un'epopea che va dagli inizi del XX secolo alla parola "colpevoli" pronunciata in un'aula di Tribunale a Torino.


Un giorno arriverò – Silvana Mossano
Autore: Silvana Mossano
Un giorno arriverò  è uno di quei libri che per come sono costruiti fa pensare ad un vecchio romanzo del Novecento. Fin da subito si è catturati dalla trama: è una saga familiare che attraversa tutta la storia del secolo scorso, dagli anni Venti fino alle soglie del Duemila, seguendo le vicende della protagonista Anita (Nita). Di famiglia contadina, vive in una cascina piemontese e, ancora bambina, vede partire la sorella maggiore per l’America (la Merica). Per tutta la vita questo sarà il suo sogno: partire anche lei ed andare oltreoceano “La Merica è bella. Un giorno vado anch’io a la Merica” (pag.36 ), come fosse la patria delle possibilità senza fine. Tutto il romanzo è un continuo inno alla vita, un inseguire il sogno chiamato “Merica” e il racconto del duro lavoro necessario per realizzarlo.
Silvana Mossano ci fa scoprire la figura di una giovane donna che, nel bel mezzo di due guerre mondiali, vuole fuggire da un’Italia che non la rappresenta, a dispetto della sua famiglia, in particolare della madre , del marito poi e… anche di Mussolini. Anita è una donna dal carattere forte, un’eroina della quotidianità, con una vita segnata da tanti drammi  familiari che da piccoli diventano universali, una donna che non si arrende. Passano gli anni, ma lei continua a sognare il momento in cui si imbarcherà. “Metto da parte i soldi e, quando sarò più grande, compro il biglietto per la Merica”(pag.74) aveva pensato ancora ragazzina, ma questo viaggio era stato rimandato anche dopo il matrimonio “Forse dopo l’inverno, forse a primavera. Forse” (pag.172). E così a forza di leggere e rileggere le lettere della sorella “se l’era costruita nella mente l’America” (pag.341).
La scrittura è piana, scorrevole, essenziale nello stile, senza picchi, anche se nella storia di fatti ne succedono molti. Ha un ritmo lento e solenne e, benché manchi di quell’incalzare che solitamente spinge il lettore a proseguire, si è toccati dal contenuto commovente. Le vicende si dipanano passo passo con la Storia, descritte con garbo, come sapienti pennellate che creano un magistrale affresco lungo settant’anni. I personaggi e gli ambienti  sono connotati con maestria, le situazioni  ricostruite con cura e anche se non si tratta di una biografia vera e propria si intuisce che la narrazione risente di ricordi personali. La lingua italiana è frammezzata da espressioni piemontesi riportate in corsivo e spesso si incontrano frasi tipiche “italianizzate”, piemontesismi che rendono il dialogo ancora più reale.
Il libro ha un aspetto che lo rende molto attuale e fa riflettere: la similitudine tra la mancanza di lavoro dei giovani di oggi e quelli di allora con la conseguente emigrazione che avvenne negli anni Venti e Trenta. Un buon racconto che si legge con piacere, con un’unica pecca: dopo una prima parte corposa ne seguono altre due più stringate, quasi come se l’avvicinarsi all’oggi a poco a poco facesse sgonfiare la storia.




Chi è la scrittrice Angela Parise?, conosciamola meglio
by Pier Carlo Lava
Angela Parise, nasce a Genova nel 1982, si diploma in lingue nel 2001 e successivamente diventa commissario di bordo della marina mercantile. Dopo aver lavorato per diverso tempo sulle navi da crociera, ritorna a casa sua nell’alessandrino dove attualmente lavora come impiegata. 
Al suo attivo, quattro pubblicazioni: nel 2010 esce la saga famigliare “il buio e la luce”, che si aggiudica il secondo premio al “Premio Creativa, città di Ercolano 2010”. Nel 2011 è la volta del romanzo rosa “un biglietto di sola andata per Berlino”, menzione speciale al “Concorso nazionale del book trailer 2012”. Nel 2012 pubblica “Il fatidico giorno prima”, altra saga famigliare. Poi, il cambio di rotta: nel 2013 cambia editore e pubblica con “Prospettiva editrice” il suo quarto lavoro intitolato “Scandinavia. L’abbiano intervistata, queste le sue risposte alle nostre domande:
Ciao Angela, ci vuoi raccontare che cosa fai nella vita e dove vivi?
Vivo ad Acqui Terme, sono mamma, sono sposata ed attualmente lavoro in un centro commerciale.
Chi è per te una scrittrice e come pensi venga vista dalla gente?
Gli scrittori, come molte altre categorie, sono fabbricanti di sogni e di pensieri. Aiutano nel quotidiano ad estraniarsi da pensieri e preoccupazioni e a volte, divertono o fanno riflettere. La gente che legge è varia ed eventuale e non tutti hanno la medesima visione ma penso che in media, la pensino come me. 
Com’è nata in te la passione per la scrittura e cosa provi quando scrivi?
Ho iniziato da piccola con brevi componimenti sui quaderni di scuola. Da bambina e da adolescente la trovavo una cosa divertente; diventando adulta ho capito che era una cosa impegnativa che costava fatica. Ciononostante, continuo a trovarlo estremamente divertente: creare la scaletta, la prima bozza… inventare nomi, date, situazioni… stimola la mente come poche altre cose.
Come nasce quello che scrivi e su cosa ti piace scrivere in particolare?
Parlo sempre di me stessa anche se i lettori non lo sanno. Effettivamente, chi mi conosce bene, non fatica a riconoscermi nelle mie pagine. Ciò di cui preferisco parlare sono i rapporti umani: tra famigliari; tra amici; tra marito e moglie e così via.
Hai scritto tra gli altri: “il buio e la luce”, “un biglietto di sola andata per Berlino” e “Il fatidico giorno prima”, ce ne vuoi parlare?
Volentieri. “Il buio e la luce” è una saga famigliare: la storia di una famiglia calabrese dai primi anni 40 ai giorni nostri. “Un biglietto di sola andata per Berlino” è una storia d’amore un po’ particolare tra un cinico banchiere berlinese ed una studentessa di lingue. “Il fatidico giorno prima” è la storia di due donne molto forti che raccontano le loro vite di donne, mogli e madri nell’ultimo mezzo secolo. Tutti e tre i libri sono editi da “La Riflessione Editore”.
Nel 2013 hai scritto “Scandinavia”, che ha anche un sottotitolo, ce ne vuoi parlare?
“Scandinavia” è il primo romanzo che ho pubblicato con un editore nuovo, Prospettiva Editrice. Narra la vicenda umana di un padre e di sua figlia che hanno modo di conoscersi solo dopo molti anni a seguito di dolorose esperienze che hanno segnato le loro vite.
Stai già scrivendo il tuo prossimo romanzo, ce ne puoi parlare?
Assolutamente sì. Non solo, ma il quinto romanzo è già finito e per ora giace in un cassetto. Questa volta parlo di medici, problemi di salute ed invalidità… sono andata sul complicato e non è venuto nemmeno tanto male.
Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Ne ho una quantità industriale. Per cui mi limiterò a citare i due fondamentali, immancabili nella mia libreria. La signora della narrativa italiana, Sveva Casati Modignani: indiscussa protagonista della nostra editoria, delicata ed elegante. E poi il grandissimo Ken Follet: da quando ha svoltato al romanzo storico, si è davvero distinto.
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
Potrei parlarne per ore. Dico questo in breve: la cultura è il nostro patrimonio. Dividendo il problema in due, da un lato abbiamo un Paese, l’Italia, che non si trova ad avere i mezzi sufficienti per coltivare suddetto patrimonio; dall’altro abbiamo giovani sempre meno interessati ad occuparsene, sempre più portati a fenomeni culturali di minore importanza televisivi e non. Bisognerebbe iniziare a porsi il problema, a mio avviso.
Una scrittrice come immagina la politica e che cosa vorresti chiedere ai politici?
In questo momento è tutta una confusione; sembra che nessuno abbia più un’identità e, cosa ben più grave, sembra che nessuno voglia rispettare l’identità politica dell’altro. Senza una convinzione ed una posizione certe e senza che si smetta di scontrarsi, difficilmente potremo dare risoluzione concreta ai problemi del Paese. Io in questo momento chiederei solo di smetterla di prenderci tutti per il naso: ho come la spiacevole impressione che cerchino di indorare la pillola per renderla meno amara ma in sostanza, le cose restano quelle di sempre.
Da tre anni partecipi al salone del libro di Torino, un esperienza interessante oltre che utile immagino?
Quella del Salone di Torino è una delle esperienze più formative per uno scrittore, anche se non si è famosi e non si ha un grande editore. Si ha modo di conoscere persone e condividere idee e questa è la cosa più importante, molto più di quante copie si vendono. 
Da quando hai aperto un tuo sito internet?
Da circa otto, nove mesi. Ho fatto tutto da sola e spero che possa piacere al pubblico, l’indirizzo è http://angelaparise.jimdo.com/.
Che consigli ti senti di dare ai giovani che vorrebbero iniziare a scrivere?
Due cose. Prima; scrivere è una cosa seria per cui bisogna farlo con impegno. Secondariamente, mai abbattersi: in molti spesso ci intimano di fare altro, ciononostante, siccome ritengo che ognuno debba fare quello che si sente… beh, se uno si sente di scrivere, allora lo faccia, con dedizione, senza ma e senza se.
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Ne avrei a bizzeffe. Di solito non ne parlo per scaramanzia però una cosa la voglio dire: per il momento mi auguro solo la tranquillità per me e la mia famiglia. Per il resto, se qualche sogno personale si dovesse realizzare, ben venga.




Alice Bianchi Winchester, scrittrice: Scrivere a volte è alienante e solo chi ti ama davvero può capirlo.
by Pier Carlo Lava
Alice Bianchi, Winchester è il cognome che ha "rubato" ai protagonisti del suo telefilm preferito!. Nasce a Lucca, in Toscana nel 1983, in una giornata afosissima il 2 luglio.
Ha fatto l'istituto d'arte seguendo le orme artistiche di famiglia. Suo padre e suo zio dipingevano. E’ strafelicemente sposata dal 2007 con un marito che ha una pazienza infinita e che la lascia tranquilla mentre mille personaggi occupano la sua mente. 
“Afferma che scrivere a volte è alienante e solo chi ti ama davvero può capirlo”. 
Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2011, si intitola "Miele nero", per la Mammaeditori e attualmente sta terminando il secondo. 
Se potesse diventare scrittrice come lavoro per lei sarebbe massimo della felicità, ma per ora si limita ha ringraziare il cielo della vita che ha. Perde il papà a 21 anni e da allora la sua scala dei valori è molto cambiata, ma è contenta della persona che è diventata.
L’abbiamo intervistata, queste le sue risposte alle nostre domande:
Ciao Alice… e benvenuta nel blog, ci racconti chi sei, dove vivi e che cosa fai nella vita, oltre a scrivere?
Buongiorno a tutti, grazie di avermi invitato! 
Sono una trentenne nata e cresciuta a Lucca. Nella vita oltre a scrivere sono estetista. Lavoro in un ambiente che mi permette di essere a contatto con molte persone. Non è sempre facile, ma si è sottoposti a continui stimoli positivi. 
Tu sei nata a Lucca nella bella Toscana, ci racconti qualcosa della tua città?
Lucca è una città a misura d'uomo e ci si vive molto bene. La mia città ha un grandissimo patrimonio storico. Città d'arte e delle cento chiese. Qui è nato Puccini. La sorella di Napoleone, Elisa, fu duchessa di Lucca. D'Annunzio scrisse una poesia:
«Tu vedi lunge gli uliveti grigi
che vaporano il viso ai poggi, o Serchio,
e la città dall'arborato cerchio,
ove dorme la donna del Guinigi [...]»  
La donna del Guinigi è Ilaria del Carretto, moglie del signore di Lucca Paolo Guinigi che fece commissionare il suo sarcofago da Jacopo della Quercia. E' uno dei quattro capoluoghi italiani ad avere una cerchia muraria rinascimentale intatta, trasformata poi in suggestiva passeggiata pedonale (erborato cerchio a cui fa riferimento D'Annunzio). Oppure la misteriosa leggenda legata a Lucida Mansi, una bellissima nobildonna libertina che per rimanere giovane fece un patto col diavolo. Nelle notti di luna piena pare oltretutto che sia possibile vedere la carrozza mentre dirige la donna verso l'inferno e sentirne le grida. Altre fonti individuano il fantasma della bella lucchese vagare nel palazzo di Villa Mansi. 
Ci sono due eventi stupendi che non potete perdervi: il Lucca summer festival, una serie di concerti estivi con grandi del mondo della musica e poi il Lucca Comics & Games, quattro giorni di invasione di maschere e travestimenti di fumetti e film. Fantastico!
Cos’è per te uno scrittore?
E' una persona che ha la capacità di modellare le immagini e trasformarle in parole. I bravi scrittori sono quelli che li senti nello stomaco mentre leggi. Quelli che ti catapultano così tanto nella storia che ti scordi di dive sei. 
Com’è nata la tua passione per la scrittura e cosa provi quando scrivi?
Prima di essere scrittrice sono innanzitutto una grande lettrice. Divoro almeno un libro a settimana, a volte due se le storie mi prendono. Poi a un certo punto ho sentito l'esigenza di scrivere la storia che avrei voluto leggere io. La passione è scoppiata dopo aver letto la saga di Twilight. Quei libri mi hanno travolto! 
Quando scrivi divento i miei personaggi. E penso che si possa paragonare a una dipendenza :-)
Che cosa ti ha insegnato la scrittura?
Mi ha insegnato a lavorare duramente e non mollare mai. La lavorazione di un libro assorbe praticamente tutte le energie, il mestiere di scrivere è alienante e non tutti possono sopportare le conseguenze. Più che altri mi ha portato tantissimo a livello umano, mi ha aperto porte, libera la mente. Ho avuto la possibilità di entrare in un mondo fatto di bellissime persone. E tante soddisfazioni!
Come concili la vita di tutti i giorni con la scrittura e quanto tempo gli dedichi?
Serve un grande equilibrio e comprensione da parte di chi ti sta intorno. All'inizio non è facile. Scrivo quando non lavoro, visto che ho i turni. Il fine settimana è tutto dedicato a quello. Ovviamente mi sono presa due giorni a settimana per staccare dal PC e stare col marito :-) tutta appunto questione di organizzarsi.
Come sei arrivata a pubblicare il tuo libro e come ti trovi con il tuo editore?
Il primo contatto che ho avuto con la casa editrice è stato perché ho letto un libro pubblicato da loro, “La sedicesima notte” di Margaret Gaiottina. Contattai la scrittrice via fb per farle i complimenti e venne fuori che anche io avevo scritto un libro sul genere romance. Lei mi consigliò di postare il primo capitolo nel sito dove c'era la sua editor. Così feci e il riscontro fu positivo. Con Monica il rapporto è meravigliosamente stancante, nel senso che lei pretende giustamente molto e a volte ci pigliamo sulla questione “gusti”. La adoro perché ha una vena da sceneggiatrice superba. I suoi consigli mi guidano sempre verso la strada giusta.
Hai scritto “Miele nero”, ce ne vuoi parlare?
Trama: Gabriel ha uno sguardo screziato di nero che è impossibile trovare in altre creature, siano esse mortali, demoni o vampiri. E un’illogica, assoluta determinazione a proteggere Alissa e la sua innocenza.
Alissa lavora nel ristorante del padre e ha solo 18 anni. E nessuna delle tre anime di Gabriel è conciliabile con il suo mondo.
La passione incontenibile e la maledizione più crudele bruciano nel cuore di una Torino magica e pericolosa in cui le streghe non staranno a guardare.
Tra amuleti di ametista, pugnali dalla lama liquida e circhi delle meraviglie in cui nessuno è ciò che sembra, il sangue nero di Gabriel si rivelerà dolce come miele e letale come veleno. Miele nero avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Scritto di pancia mentre attraversavo l'euforia fantasiosa lasciatami dai libri della Mayer. E' cominciato tutto da una visione di un ragazzo incatenato e chiuso in una gabbia che stava parlando con una ragazza che lo guardava incantata. E poi c'ho creato un mondo.
Quale messaggio vuoi lanciare ai tuoi lettori attraverso questo libro?
Il messaggio è l'amore. In ogni sua forma, vale la pena. Sempre. 
Chi sono i tuoi autori preferiti e perchè?
Adoro Allende per la particolarità delle sue storie. Amo Zafon per i sentimenti divini che ti fa provare se ti lasci portare via dalle sue trame. Mi fa impazzire la nostra italianissima Adele Vieri Castellano che mi ha fatto scoprire il significato della parola “struggersi” per i suoi personaggi maschili. Da poco ho scoperto Jojo Moyes e ne sono rimasta fulminata. Ti travolge con una scrittura semplicissima ma che colpisce al cuore.
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
L'Italia era un grande paese una volta. Poi non si sa bene cosa è successo. I settori dove dovrebbero esserci più soldi sono la scuola, la sanità e i trasporti. Invece qui dov'è che tagliano fondi? Scuola, sanità, trasporti. Quindi...
Collabori con qualche sito?
Sì, la mia editor e le mie amiche scrittrici abbiamo un sito dove chiunque può imparare a scrivere. Un sito dove scambiamo opinioni e dove postiamo i nuovi libri, le nuove idee. Veniteci a trovare su “Docks BLOODY ROSES SECRET SOCIETY ”.
Stai già scrivendo il tuo prossimo libro, ce ne puoi parlare?
Sto finendo il mio secondo libro e ne sono strafelice. Le difficoltà iniziali mi hanno quasi fatto mollare ma adesso mancano tre capitoli e non vedo l'ora che esca! Si intitola FUOCO&ZUCCHERO. La protagonista si chiama Chloè, ha quindi anni e vive a Ginevra. Ari, il personaggio maschile, ha 27 anni ed è la sua guardia del corpo. Ari nasconde un segreto...
Non vi svelo altro! 
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Scrivere, scrivere, scrivere! E magari essere contattata da Tim Burton che ti dice che vorrebbe trasformare il tuo libro in film! Visto che si sogna, facciamolo bene :-)





Alberto Camerra scrittore: “Un popolo senza cultura è un popolo senza radici” e presto un nuovo libro
by Pier Carlo Lava
Alberto Camerra nasce a Limbiate (MB) e si trasferisce ancora adolescente in provincia di Vicenza. Si impegna sin da giovanissimo con la scrittura e con il mondo della illustrazione grafica, formandosi nella comunicazione e nel marketing, dove oggi lavora.
Scrive testi per i brani musicali di alcune band giovanili, pubblica due volumi di illustrazione fumettistica sul finire degli anni novanta, in collaborazione con un gruppo di creativi grafici, in veste di autore completo (testi e disegni autoprodotti), che arrivano nelle librerie specializzate e in numerose edicole.
Collabora con LoSpazioBianco, nota fanzine web, scrivendo recensioni. Crea il blog Nuvole di Fumetto, preceduto da una edizione cartacea, per il comune del paese dove vive. Grazie alla realtà dei blog presenta in rete una nutrita quantità di brevi racconti autoconclusivi e alcune serie, con vari protagonisti e tematiche, che sono molto seguite e amate dai bloggers. Viene selezionato per la pubblicazione su due diverse antologie: Manuale di Mari (con il brano Tre rose) e Pensieri Volontari (con il testo Baby Killer).
Si segnala in alcuni concorsi letterari tra cui il premio nazionale "Villa Petrolio" con La vita di Malaerba. Ottiene una menzione d'onore al I° premio letterario nazionale "Valeggio Futura" con il brano Buongiorno signor Mavi...
La rete gli permette di approfondire anche la passione per il wrestling, con il blog Superstars of Wrestling, in cui affronta i retroscena di questa disciplina. Inizia a coltivare un'idea originale; dedicarsi alla stesura del primo romanzo che ha per sfondo proprio il mondo della lotta americana. Lo abbiamo intervistato, queste le sue risposte alle nostre domande:
Ciao Alberto e benvenuto nel blog, ci racconti chi sei, dove vivi e che cosa fai nella vita, oltre a scrivere?
Ciao! Accolgo con piacere il Vostro invito!
Vivo in provincia di Vicenza, anche se sono di origini lombarde. Ho studiato grafica e comunicazione, specializzandomi negli ultimi anni nel campo del marketing. Queste attività sono parte del mio percorso lavorativo, passato e attuale.
Ci racconti qualcosa della città in cui vivi?
Vicenza è una città d’arte che deve molto ad Andrea Palladio: architetto responsabile di alcuni tra i suoi maggiori palazzi e monumenti. Un esempio è la Basilica Palladiana, in Piazza dei Signori, che ispirò i versi di Goethe. Ci sono poi i colli berici, per chi ama l’aspetto paesaggistico. Non è da trascurare la cucina, con lo squisito baccalà alla vicentina, i formaggi di Asiago o la rinomata sopressa vicentina. Storicamente, si tratta di una delle città venete più antiche. Non è di sicuro una metropoli come, al confronto, potremmo definire Milano. Vicenza è però un luogo piacevole e tranquillo da abitare.
Cos’è per te uno scrittore?
Una persona in grado trasmettere emozioni attraverso la parola scritta.
Com’è nata la tua passione per la scrittura e cosa provi quando scrivi?
Questa passione mi accompagna sin dall’infanzia. Quando scrivevo i dialoghi sopra la testa dei modelli delle fotografie pubblicitarie: le riviste di casa erano piene dei miei scarabocchi. Stavo veramente bene solo quando potevo stringere una penna tra le dita. La lettura di fumetti e libri ha da sempre riempito il mio tempo libero. Così come il desiderio di poter replicare le avventure che leggevo. Scrivere rappresenta per me una necessità fisiologica.
Cosa ti ha insegnato la scrittura?
Mi ha insegnato il rispetto per il lavoro. Non è solo un divertimento, ma anche e soprattutto fatica, disciplina. Mi ha insegnato a non mollare mai.
Come concili la vita di tutti i giorni con la scrittura e quanto tempo gli dedichi?
Dipende dai progetti a cui lavoro e dai periodi. Se si tratta di un nuovo racconto, o di un nuovo libro, cerco di ritagliare una parte quotidiana del mio tempo. Se non scrivo penso a quello che scriverò. È un mondo parallelo che è sempre con me. Personaggi e storie sono presenti sotto una finestra aperta o al di là di un vetro.
Tra gli altri hai scritto: “Al & Bo la costola di Adama” e “Fiori nella Neve”, c’e ne vuoi parlare?
Sono due libri molto diversi, tra loro. Nel romanzo d’esordio, Fiori nella Neve, ho preso in esame il mondo del Wrestling. Una novità, per il mondo della narrativa. La trama è imperniata su Steve Travel, un ex atleta che decide, per esilio volontario, di ritirarsi in un piccolo paese sperduto tra le nevi. Dovrà fare i conti con il proprio passato e con un’atmosfera mistica che lo metterà di fronte a un futuro incerto. Ognuno di noi, a un certo punto della propria esistenza, può trovarsi davanti degli ostacoli ritenuti insormontabili. In questo romanzo ho cercato di mostrare come sia importante, anche nello sconforto più grande, lottare contro la rassegnazione dello spirito. È la storia di un uomo, con le sue incertezze ed i suoi amori: sarà proprio il sentimento a condannarlo prima, e a fornirgli in seguito la chiave per ritrovarsi. Ma dipenderà da lui riuscire ad afferrarla o a perdersi per sempre. La battaglia di Steve è la stessa di tutti noi. 
Al & Bo – la costola di Adama è un libro che incarna una vera e propria sitcom sulla coppia moderna, a partire dal titolo, con quella A di “Adama” all’apparenza fuori posto. In chiave umoristica, il volume analizza il rapporto amoroso di due trentenni nel difficile compito di superare le insidie della nostra epoca, dove crisi economica e sentimentale spaventano, rischiando di minare la maggior parte delle relazioni. Come uscire dall’impasse? Nel libro offro le diverse sfumature possibili. 
Entrambi i titoli sono disponibili in brossura e in eBook.
Come sei arrivato a pubblicare il tuo primo libro?
Attraverso un percorso tortuoso che, bene o male, è condiviso dalla maggior parte degli autori. Fatta eccezione per chi viene baciato dalla fortuna. Dopo una serie di pubblicazioni di genere fumettistico, due diverse antologie insieme con altri e la partecipazione a un discreto numero di concorsi, ho deciso di approfondire una delle mie passioni: quella verso il Wrestling. Per un paio di anni, ho curato un mio blog personale, dove trattavo i retroscena di questo sport-spettacolo, arrivando a scrivere un breve racconto sul tema. In seguito, il racconto si è sviluppato ed è nata l’idea del romanzo. Ho proposto il manoscritto a diverse case editrici, sia piccole sia di medie dimensioni. Evitando accuratamente le “tipografie a pagamento”, sinonimo di una certa editoria. Sono giunto così a Boopen. 
Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato?
Ristrettezza di vedute. Il tempo era propizio per cavalcare l’onda della popolarità televisiva.
Il Wrestling stava vivendo, in Italia, una nuova giovinezza. Grazie ad atleti dall’indubbio carisma come Eddie Guerrero, Rey Mysterio, Brock Lesnar, The Undertaker, Chris Benoit e molti altri. Le case editrici difficilmente rischiano su generi fuori dal loro catalogo, specie se proposti da nomi sconosciuti. Nel nostro paese i lettori sono in costante calo e tutti si lamentano di questo aspetto, quindi per quale motivo non tentare di percorrere strade (e pubblico) diverse?
Quali sono i tuoi autori preferiti e perché?
Ce ne sono parecchi e citarli tutti non sarebbe possibile. Prediligo l’introspezione psicologica dei personaggi e i romanzi di formazione. Sono cresciuto leggendo Terry Brooks e continuo tuttora a farlo. Leggo Alessandro Baricco e Stephen King. Senza fermarmi alla sola narrativa: trovo in Robin Wood, sceneggiatore fumettistico, un indiscusso maestro e insieme a lui Terry Moore, Guido Nolitta, Frank Miller. Accosto spesso la scrittura al dinamismo del cinema e mi confronto con i lavori di Luc Besson e di J. J. Abrams. L’autore è importante ma determinante è soprattutto l’opera che propone, la sua capacità di stimolare la curiosità e la fantasia di chi lo legge. Da qualsiasi autore di libri, sceneggiatore di fumetti, regista di cinema o di teatro c’è sempre qualcosa da imparare. 
So che hai un blog, ed inoltre collabori con qualche sito?, ce ne vuoi parlare?
Mi sono mosso molto anche fuori dalla rete. Ho collaborato con gruppi di illustratori e sceneggiatori, alla scrittura di una commedia teatrale e alla realizzazione di alcuni testi per le canzoni di un gruppo rock melodico. In rete ho collaborato, negli anni, con diversi siti. Ricordo l’ottima esperienza con LoSpazioBianco, il blog Nuvole di Fumetto e Superstars of Wrestling. Attualmente sto dedicandomi a Keypaxx, mio laboratorio di scrittura e, oltre ad essere presente sui vari social network, concentro la mia attività su albertocamerra.com
Come vedi il presente e il futuro della cultura nel nostro paese?
Stiamo vivendo un momento molto difficile, non solo per la cultura. È triste ma comprensibile, che le risorse siano indirizzate verso i bisogni primari della popolazione. Tuttavia, un popolo senza cultura è un popolo senza radici, destinato a un futuro incolore. Il quadro non è dei migliori: basti pensare alla situazione delle librerie indipendenti, in tremenda difficoltà. Uscirne non sarà facile e nemmeno rapido. Uno dei modi consiste nel volgere lo sguardo verso le nuove tecnologie, ponendo la massima attenzione ai gusti del pubblico.
Stai già scrivendo il tuo prossimo libro e nel caso stai pensando a nuove tecniche di Marketing promozionale?
Sto lavorando da due anni, al nuovo romanzo. Oggi, con la mia editor, siamo a buon punto e mancano le ultime verifiche. Il libro uscirà a tre anni di distanza dall’ultimo inedito.
Le tecniche di marketing funzionano se possono contare su tre fattori decisivi: qualità dell’opera, fortuna e passaparola dei lettori. Se uno di questi tre è zoppicante, qualsiasi tecnica può essere valida ma insufficiente. Inoltre occorre trovare il percorso promozionale migliore. Se pubblico qualcosa che tratta il tema degli animali, dovrò cercare di raggiungere le persone che amano gli argomenti che ho scritto e tenere una presentazione in un luogo adeguato, magari vicino o con la sponsorizzazione di un centro cinofilo. Non va scordato che ogni libro ha una storia a sé. I canali utilizzati per un’opera potrebbero non funzionare per un’altra. 
Pensi di sfruttare le nuove piattaforme per il self-publishing come ad es. Amazon?
Sto utilizzando Amazon con un mio lavoro: Esdy. Si tratta, credo, del primo blook italiano. Un blook è un libro che presenta materiale precedentemente pubblicato su un weblog. Esdy è un serial a puntate, per un totale, sinora, di cinque stagioni, apparso sul mio laboratorio di scrittura. Da autore indipendente, ritengo che il self-publishing sia una grossa opportunità. Occorre la massima attenzione da parte del self-publisher: ogni libro deve rispettare dei precisi e scrupolosi canoni di qualità. Dallo studio della copertina alla verifica da parte di un editor capace, dalla corretta impaginazione al percorso di marketing. Purtroppo, la libertà di pubblicazione consentita da piattaforme come la stessa Amazon, comporta grandiose opportunità e anche dei grossi rischi: l’obiettivo non deve essere la vendita grazie all’autonomia concessa dal sistema, ma puntare alla massima soddisfazione del lettore. Traguardo raggiungibile solo attraverso un duro lavoro.
Programmi per il futuro e sogni nel cassetto?
Nell’immediato, miro a finire la lavorazione del nuovo romanzo. Poi comincerà il lavoro di promozione, testando un diverso, potenziale, target di destinazione.
Sogni nel cassetto? Tanti. Ma il più importante è sempre lo stesso: proseguire con la scrittura, cercando nuovi stimoli e provando a migliorarmi ogni giorno.
Come ha scritto Flaubert: “la parola umana è come una caldaia incrinata su cui battiamo musica da far ballare gli orsi, quando vorremmo commuovere le stelle”.
Grazie a tutti coloro che hanno letto questo pezzo.


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